Roberto Scotti, Candidato PPD Mendrisio Lita numero 3 candidato numero 60
Ci sarebbe un’infinità di citazioni da trascrivere in apertura di argomento. Ne ho scelta una di Albert Einstein che disse “La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”.
Di cambiamenti tutti noi, in questi giorni ne abbiamo fatti parecchi, alcuni dei quali hanno pesantemente modificato il nostro modo di vivere, di comportarci, di lavorare, di socializzare e quindi di essere.
Cambiamenti prevalentemente dettati da chi ci governa e quindi dai politici eletti.
Il rischio di decisioni forti è anche correlato al rischio di una perdita di consenso politico. La tentazione quindi di chi è eletto è quella di decidere a favore della comunità ma sempre con un occhio al proprio “cadreghino”.
In questo ambito decisionale la Cina ha mostrato, e come non potrebbe esserlo, il pugno duro. La maggior parte di noi è portata a pensare che in quell’immenso paese con abbondantemente più di 1 miliardo di abitanti e con un regime “non troppo democratico” è facile farlo. Questo è parzialmente vero perché è anche una questione di mentalità; le asiatiche e gli asiatici hanno un innato spirito comunitario: primo arriva il noi, la famiglia, la comunità, la Nazione e poi arriva l’io. Questo deriva in parte dalla cultura e in parte dalla religione come ad esempio il Taoismo.
Alle nostre latitudini e più a sud ancora è un po’ diverso: l’egoismo e l’impressione che questo argomento tocca solo gli altri fa si che poi le conseguenze di questo comportamento sociale si ritorce anche sul singolo.
L’uomo è un animale sociale che sin dall’uscita dalle caverne ha avuto bisogno di comunicare ma anche di allearsi con i suoi simili, in gruppi, comunità, villaggi per difendersi dagli animali feroci, per cacciare animali molto più grossi di quello che un uomo potrebbe fare da solo, per dividersi il lavoro e mettendo a disposizione degli altri le varie peculiarità di ognuno. Forse anche questo ha reso l’uomo sapiens dominatore degli altri esseri.
Anche il COVID-19 cesserà di esistere e forse altri con altre sigle tenteranno di aggredire sempre più subdolamente il genere umano ma, almeno una cosa, forse questo COVID-19 ce l’ha fatta capire: da soli, egoisticamente e ognuno per se, come troppe volte la nostra società e i nostri datori di lavoro ci hanno insegnato non va poi sempre troppo bene. La competizione e l’individualità sono necessari, anche per l’evoluzione, la ricerca, il miglioramento ma sempre tenendo conto che non siamo soli e che assieme siamo comunque sempre più forti.
Quindi al politico moderno spettano tempi di duro lavoro. Il politico moderno deve innanzitutto decidere: una decisione, anche se non perfetta è sempre meglio di una non decisione; abbiamo la fortuna di avere un esercito di politici di milizia e quindi già ben allenati a vivere nella comunità che li ospita:non si devono allontanare, devono restare sul territorio, devono odorare il vento per capire cosa sta arrivando e devono fare il bene di tutti non lasciando in dietro nessuno. I romani dicevano “Si vis pacem para bellum”, se vuoi la pace preparati alla guerra e quindi, passato questo COVID-19, alleniamoci non tanto a combattere con la medicina il prossimo virus ma a mantenere vivo quel senso civico del bene comune che ci permetterà di superare tutte le prossime sfide di questo nostro meraviglioso Paese.