Edo Pellegrini, deputato in Gran Consiglio
Cari Consiglieri di Stato, la situazione Covid-19 diventa sempre più allarmante.
Vi sono grato di ciò che avete fatto finora, ma non è più sufficiente.
Vi invito a prendere nuovi severi provvedimenti senza tergiversare come è stato fatto fin qui p.es. con la chiusura delle scuole e altre misure per le quali si è atteso, ma poi si è dovuti, comunque, intervenire.
Succederà la stessa cosa con gli esami del settore professionale. Berna, che non ha capito nulla, ci dice di fare in modo che possano essere tenuti: il risultato è stato che questa settimana ci sono state riunioni di 8-10 docenti per volta (a grave rischio contaminazione) e gli esami, comunque, non si faranno; sono pronto a scommettere.
Ieri l’Italia è diventato il Paese al mondo con più decessi.
Gli amici italiani ci esortano a fare di più di quel che han fatto loro.
Finora abbiamo fatto più o meno quello che è stato fatto in Italia, sempre con un certo ritardo, e quindi non possiamo aspettarci risultati diversi per il Cantone Ticino: se non cambiamo marcia il sistema sanitario arriverà al collasso. Molte persone moriranno.Prendiamo misure drastiche come è stato fatto in Cina.
È piuttosto ovvio che se le persone rimangono in casa, non possono infettarsi e non possono trasmettere il virus.
La prima, semplice e rapida misura da attuare, è proibire agli over 65, come il sottoscritto, di uscire di casa, se non per una passeggiata da soli o in coppia, con sanzioni per chi non la rispetta: mi si riferisce che ancora molti anziani frequentano i supermercati alimentari.
Poi blocchiamo tutte le attività economiche e non, quelle non essenziali, non indispensabili per la sopravvivenza della popolazione: meglio un fallimento, un esame non superato o un disoccupato in più, che un morto; ad un disoccupato si potrà trovare un nuovo lavoro; ad un fallimento e ad un esame non superato o non svolto si può rimediare; ad una morte no.
Proibiamo gli assembramenti di più di due persone e sanzioniamo chi sgarra. Troppi sono ancora i gruppi e gruppetti di persone e, soprattutto, di giovani che si incontrano tranquillamente senza mantenere la distanza. L’unico modo per ovviare è proibire e sanzionare, purtroppo. La buona volontà e l’appello al senso di responsabilità individuale vanno bene in tempi normali; oggi, invece, siamo in stato di gravissima calamità e di pericolo per la salute e la vita di tutta la popolazione.
Cari Consiglieri di Stato, vi ringrazio per l’attenzione e vi esorto, ancora una volta, ad agire subito e con fermezza, pensando anche alla salute psichica di quei medici che, se continua così, dovranno decidere chi curare e chi lasciar morire.