Matteo Muschietti, municipale di Coldrerio
La corsa all'individualismo sfrenato si è schiantata contro un muro. È bastata un'emergenza per farci aprire gli occhi e mettere i diritti della collettività prima dei diritti individuali, perché per uscirne è questa la via più efficace. È l'unione che fa la forza della nostra specie. Un'unione che ci ha permesso di creare delle società, una cultura comune con dei valori per stabilizzarla e permetterne un'espressione sempre più ricca, complessa e articolata.
Siamo una specie di sperimentatori e non appena c'è stato un po' di benessere, non appena la nostra collettività era un minimo al sicuro e stabilizzata, abbiamo esplorato ed esasperato l'individualismo, ergendolo a valore assoluto e facendolo diventare il substrato del nostro tessuto sociale. L'apoteosi di questa esplorazione è stata il neoliberismo, che sul modello della riuscita dell'individuo più forte (e più ricco) ha portato a derive pazzesche, ci ha fatto perdere il contatto con la realtà e svendere il diritto al benessere della collettività, che gli Stati moderni avevano giurato di tutelare e per il quale erano nati.
Picconata dopo picconata abbiamo frantumato senza accorgercene il diritto collettivo di essere in sicurezza (con un tessuto ospedaliero pensato per dare accesso a tutti a cure di eccellenza e che riposa su una ricerca collettiva, condivisa e fatta per guarire gli uomini e non per il profitto, ma anche con una polizia di prevenzione valorizzata e ben formata, specialmente in ambiti come la psicologia, e ben integrata nel tessuto sociale, perché la sicurezza passa anche da qui), il diritto di muoversi liberamente su un territorio (pensiamo alle ferrovie, quando erano puramente statali, a quante stazioni in più c'erano ad esempio, dunque all'accessibilità, del servizio) e tutte le cose che contano per approfittare della nostre conquiste, dall'accesso al buon cibo fino ad un alloggio dignitoso. Tutto è stato disgregato. Tutto è diventato fumo negli occhi con la liberalizzazione deregolamentata della nostra società. Poca sostanza. Abbiamo messo un prezzo al nostro benessere e ai nostri diritti come collettività, che sono diventati di serie A, B, C, … invece di essere eccellenti per tutti. Tutto picconato e privatizzato. Privatizzato e privato della salvaguardia dei diritti fondamentali appena citati, che sono diventati cifre d'affari, utili economici, occasioni di profitto e altre amenità. Dell'uomo al centro si è persa traccia. Gli Stati non esistono più, sono fantocci in preda alle lobby, schiacciati dalle pressioni di modelli economici e finanziari assurdi.
Quanto scritto finora è il solito delirio di un hippy di sinistra? Mi piacerebbe, ma è bastato un virus a piegarci con fuscelli al vento. Gente che muore, nessun piano B, gente ridotta sul lastrico, … e per fortuna che abbiamo ancora da mangiare e che tutto non è completamente fermo, altrimenti vi immaginate il dramma? Dove sono gli Stati? Giocano a fare la guerra, a comprare armi, vanno in panico e cercano di riaprire tutto proprio nel momento in cui il prezzo del petrolio vive la sua crisi più profonda. Che coincidenza! Seguirà un'altra ondata di morte e si ritornerà, con gli stessi limiti, alla casella di partenza. Ci si dovrà indebitare con le banche per salvare il salvabile e tutto sarà semiparalizzato perché il valore delle cose sta nei soldi, nei modelli economici e nelle aberrazioni finanziarie. E l'uomo? Cambiamo subito modo di pensare, costituiamo Stati democratici forti che perseguono il bene degli esseri umani e garantiscono loro davvero i diritti per i quali sono stati creati ed eletti, come l'accesso a vere cure mediche, veri trasporti (ecologici) a buon mercato per muoversi sul territorio, sufficiente (e buon) cibo, un buon alloggio a tutti e una cultura che promuova il benessere della collettività e che esalti la collaborazione. In natura non vince e domina il più forte ma chi si organizza e collabora meglio e prevede più piani per adattarsi alle avversità. Se non fosse così, la terra sarebbe governata da leoni, orsi e coccodrilli. Qualità perdinci! Basta vivere come bestie inconsapevoli in balia di valori virtuali e di un mondo che all'atto pratico non ha risorse per rialzarsi alla minima difficoltà! Riorganizziamoci subito finché il fallimento del modello attuale è sotto gli occhi di tutti! Siamo esploratori che si sono spinti troppo nella direzione sbagliata, dove la terra è arida e non dà più frutti. Individualismo sfrenato e neoliberismo sono posture sterili per la nostra sopravvivenza. Ci siamo sbagliati, amen, accettiamolo e cambiamo, seppelliamo tutti insieme questo scomodo cadavere.