Diego Baratti, vicepresidente Giovani Udc
“Votare sì all’iniziativa per la limitazione significa rinunciare agli accordi bilaterali con l’Unione Europea”. Questa affermazione sta diventando sempre di più un leitmotiv man mano che ci avviciniamo al 27 settembre, data in cui saremo chiamati ad esprimerci sul tema. Si tratta però di una bugia bella e buona.
Analizziamo i fatti: l’accordo della libera circolazione delle persone fa parte del gruppo degli Accordi Bilaterali 1, che comprende gli accordi sui trasporti, sul traffico aereo, sugli ostacoli al commercio, sull’agricoltura e sulla ricerca scientifica. Si tratta quindi di solo 6 accordi bilaterali di 120 che la Svizzera ha sottoscritto con l’UE. Esistono infatti altri 114 accordi bilaterali che non sono messi in discussione dalla famosa clausola ghigliottina che comprendono trattati sui prodotti agricoli, ambiente, media, istruzione, pensioni, statistiche e servizi.
È importante evidenziare il fatto che, anche in caso di dissoluzione degli Accordi Bilaterali 1, l’UE ha tutto l’interesse nel rinegoziare parte di questi trattati, da cui trae un vantaggio maggiore comparato a quello della Svizzera. Per quel che riguarda i trasporti, in caso di scadenza dell'accordo, la Svizzera potrebbe aumentare autonomamente le tasse di transito per gli autocarri di transito stranieri e adeguarle ai costi effettivi o limitare il numero di transiti, cosa che non conviene all’UE. L’accordo sul traffico aereo è stato pensato per Swissair, e a seguito del Grounding nel 2002 non appare più necessario, visto che ora Swiss è di proprietà tedesca, che ha quindi l’interesse a rinegoziare e mantenere in vigore questo accordo. Per quel che riguarda l’agricoltura, l'UE esporta più prodotti agricoli in Svizzera che non viceversa e gli esportatori europei sosterranno il proseguimento dell'accordo. Indipendentemente dal fatto che l'accordo bilaterale sull'eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio rimanga in vigore o meno, qualsiasi azienda svizzera può mantenere una filiale nell'UE e far certificare i propri prodotti nell'UE senza restrizioni. L'UE ha inoltre l’interesse a garantire che i prodotti svizzeri innovativi continuino ad essere esportati nell'UE, come ad esempio i prodotti medicinali.
Anche l’accesso delle aziende svizzere al mercato europeo non è in pericolo come i contrari all’iniziativa vogliono farci credere: infatti esso è garantito dagli accordi di libero scambio dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Le motivazioni dei contrari che presagiscono una Svizzera isolata e senza la via bilaterale sono quindi infondate. Non fatevi intimorire, gli accordi bilaterali con l’UE non sono in pericolo. L’unica cosa che cambierà sarà che finalmente la Svizzera potrà gestire la propria immigrazione in modo autonomo.