Carlo Zoppi, Capogruppo Consiglio comunale Lugano, membro della direzione cantonale PS
Ricordiamo per cominciare che la legge è stata revisionata per rispettare gli accordi di Parigi sul clima del 2015 sottoscritti dal nostro paese per dare una risposta al preoccupante rapido deterioramento dello stato di salute del nostro pianeta. Ad esempio, permetterà di fissare degli obiettivi di riduzione del CO2 da qui al 2030. Senza legge la Svizzera non avrà nemmeno degli obiettivi.
Misure simili hanno già dato buoni risultati
Le tasse sul CO2 sono tasse d’orientamento, non servono a creare nuove entrate per l’ente pubblico. Hanno quale unico scopo quello di ridurre i consumi di combustibili fossili e favorire le energie pulite. L’efficacia delle tasse d’orientamento è dimostrata nel caso dei combustibili da riscaldamento che ha visto le emissioni di CO2 diminuire del 30% (mentre al contrario quelle generate dai trasporti sono aumentate) e con la tassa sul sacco che nei comuni ticinesi da dopo la sua entrata in vigore ha portato alla diminuzione del 20-30% della creazione di rifiuti non differenziati.
I proventi vengono ridistribuiti alla popolazione
La legge tiene conto degli aspetti sociali nel meccanismo di ridistribuzione della tassa. Ad esempio, i 2/3 dei proventi della tassa sui combustibili fossili viene ridistribuita alle aziende e alla popolazione, minorenni compresi, sotto forma di sgravi sui premi di cassa malati. Con il restante 1/3 verrà potenziato il fondo per il risanamento degli edifici con cui i cittadini trarranno a medio-lungo termine dei benefici economici diminuendo i consumi di combustibile per il riscaldamento e proteggendosi dal caro petrolio.
Le persone più abbienti consumano più energia di quelle meno abbienti
Le persone più abbienti consumano mediamente più energia di quelle meno abbienti, non solo perché abitano in spazi più grandi e guidano auto più potenti, ma anche perché volano di più. Il 30% delle emissioni dei voli è causato dal 5% delle persone più ricche. Inoltre, siccome anche gli stranieri pagheranno la tassa sui voli in partenza dalla Svizzera, si calcola che ben il 90% della popolazione vedrà ritornare quanto paga per la tassa sui voli o di più. Solo chi continuerà a consumare molta energia fossile sarà chiamato a pagare per i danni al clima e all’ambiente in base al principio ‘chi inquina paga’.
Chi si comporterà in maniera sostenibile, o diminuirà i consumi di energia fossile - vero obiettivo di questa legge - non vedrà aumenti sui propri budget familiari. E questo è a portata di tutti, indipendentemente dal ceto. Anzi, a medio termine ci saranno benefici innegabili, ad esempio entro il 2030 le auto consumeranno la metà di quelle attuali per poter rispettare le prescrizioni della Legge sul CO2. Questo significa che anche nell’ipotesi, decisamente poco probabile, che la tassa sulla benzina salirà dagli attuali 1.5 centesimi al litro a 10 centesimi, la diminuzione dei consumi delle auto porterà comunque a una riduzione della voce ‘spesa benzina’ nel proprio budget. Di più, proteggerà maggiormente le classi meno abbienti dalle, queste sì probabili, fiammate del prezzo del petrolio.
I settori green sono in crescita e creano posti di lavoro
La nuova Legge sul CO2 significa anche cogliere le opportunità economiche dello sviluppo costante che si nota a livello mondiale dei settori green, al momento fra gli unici a creare - nonostante la crisi generata dalla pandemia - nuovi posti di lavoro. Renderemmo la Svizzera meno dipendente dall’estero in materia di approvvigionamento energetico, migliorando la qualità dell’aria e di riflesso la salute dei cittadini
Chiaramente da partigiano dell’ambiente che da anni si impegna per la giustizia climatica neanche io sono completamente soddisfatto del risultato ottenuto. La legge mi sembra però un primo passo importante che dobbiamo concretizzare in attesa di passare a quello successivo. Rifiutando la revisione ci troveremo con nulla in mano per i prossimi anni e con il rischio di vedere rafforzati nelle prossime tornate in parlamento chi non si fa scrupoli a macinare la giustizia sociale e ambientale per difendere i propri interessi economici.