Lara Comini, Membro comitato Associazione Donne PPD
L’Associazione donne PPD si unisce all’appello di Gerhard Pfister, Presidente Alleanza del Centro, nel chiedere una riforma AVS più rispettosa delle donne.
Siamo coscienti che la situazione finanziaria dell’AVS si sta progressivamente deteriorando e che necessita in modo urgente di essere analizzata e risolta. La soluzione non deve però essere trovata a scapito delle donne.
Non stiamo solo parlando della modifica dell’età di riferimento a 65 anni, ma soprattutto delle misure accompagnatorie e di compensazione che sono del tutto inadeguate. In particolare con la modifica proposta dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio degli Stati (CSSS-S) dove le misure di compensazione vengono ulteriormente ridotte rispetto alla proposta del Consiglio federale, da 700 a 440 mio nel 2030, si mette in pericolo il benessere delle future generazioni.
Nella presa di posizione del Consiglio di Stato sul progetto emanato dal Consiglio federale “Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030”, le pari opportunità sono considerate uno dei temi centrali, dove vengono analizzate ambiti relativi alla conciliabità lavoro-famiglia e alla parità salariale, dove la situazione ottimale resta ancora ben lungi dall’essere raggiunta.
Le attività a tempo parziale, principalmente ancora occupati da personale femminile e le interruzioni dell’attività lavorativa per la cura dei figli, accrescono la disparità del livello pensionistico tra uomini e donne andando a minare la serenità in un momento particolare della vita. Infatti guadagni minori, dovuti anche alle disparità salariali, permettono cotizzazioni minori sia per l’AVS che per il secondo pilastro e quindi danno vita a delle rendite più basse per le donne rispetto agli uomini.
Non possiamo e non vogliamo permettere che il divario pensionistico si acuisca ancora per le donne che oltre ad un’attività professionale si occupano anche dell’accudimento e della cura di bambini e famigliari in modo totalmente gratuito. Anche le donne devono poter pianificare una vita serena al momento del pensionamento.
Chiediamo quindi un intervento urgente in favore dell’accesso delle donne al mondo del lavoro e la relativa riduzione del divario salariale, questo permetterebbe di avere un riscontro positivo sul sistema pensionistico che andrebbe misurato e monitorato in previsione della riforma.