Aurelio Sargenti, membro PS Lugano
Ho letto con crescente preoccupazione gli articoli di Alaimo e D’Agostino apparsi su «Il Caffè» di domenica 21 febbraio. A Lugano, scrivono i due giornalisti, «succedono cose strane. Il rilancio dello scalo di Agno si è già schiantato a terra sotto il pesante sospetto di favoritismi, mentre su Cornaredo s’inasprisce lo scontro per bande che rischia di affossare il nuovo Polo sportivo e degli eventi (PSE)».
Raccontano di favoritismi, di bande, «di obiettivi che si liquefanno al subentrare d'interessi di parte»: c’è da preoccuparsi. Per quanto riguarda la scelta del progetto per il futuro dell’aeroporto, Il ‘Gruppo di lavoro Lugano Airport’ ha stabilito con chiarezza che la cordata “Amici dell’aeroporto” è l’unica, tra le sette che hanno partecipato al concorso, che soddisfa pienamente tutte le richieste del bando. Il
Municipio ha però deciso politicamente di affiancarle anche la cordata che fa capo all’imprenditore immobiliare Stefano Artioli, il cui progetto è stato giudicato dagli esperti «debole dal punto di vista del potenziale assetto societario e contrattuale». Ad Artioli, «il gran patron della vita cittadina», del mercato natalizio nel centro città, dell’estate degli eventi 2020 (se il Covid non avesse congelato il progetto) e che a «Palazzo può ben contare su qualche amicizia, è difficile dire di no».
Tutto questo succede nella città più grande del Ticino, che ha nel suo mirino anche altri importanti progetti, come il polo turistico-congressuale di Campo Marzio, la riqualificazione del lungolago e dell’area dell’ex macello, il tram-treno, che vedremo realizzati – se il PSE dovesse concretizzarsi così come è stato presentato, senza gli opportuni aggiustamenti - tra “millanta” anni. Sembra di leggere la sceneggiatura del film di Rosi, Le mani sulla città. Bene ha fatto il domenicale a denunciare «la paludosa politica luganese in cui rischia di sprofondare la buona amministrazione», con un Municipio in palese difficoltà e un Consiglio comunale che si permette di rinunciare a «incassare da 60mila proprietari immobiliari 117 milioni di contributi per le canalizzazioni» (dovuti per legge!), che in tempo di Covid gioverebbero (eccome!) alle casse cittadine.
La politica luganese annaspa senza saper esprimere un programma coerente di realizzazione di progetti ordinati secondo precise priorità e calibrati sulle reali possibilità di finanziamento e di conduzione a medio-lungo termine. I Luganesi dovranno presto eleggere i futuri amministratori di una città che negli ultimi anni ha perso oltre 2'000 abitanti, che ha visto aumentare le richieste di aiuti sociali, che è di gran lunga il centro urbano svizzero con il maggior numero di appartamenti sfitti, nonché la terza la città con le pigioni più care.
Ho più volte scritto che la politica ha bisogno di persone competenti, ma avrei dovuto insistere anche su valori che per me sono ovvi, come la trasparenza e l’impegno per conseguire il bene pubblico.