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L'OSPITEAccordo sui frontalieri: una vittoria di Pirro per Cassis, una sconfitta su tutta la linea per il Ticino

15.03.21 - 09:20
Diego Baratti, Presidente Giovani UDC Ticino, Consigliere Comunale Ponte Capriasca
Diego Baratti
Accordo sui frontalieri: una vittoria di Pirro per Cassis, una sconfitta su tutta la linea per il Ticino
Diego Baratti, Presidente Giovani UDC Ticino, Consigliere Comunale Ponte Capriasca

Lo scorso 23 dicembre, il Consigliere Federale Ignazio Cassis e il suo dipartimento annunciavano in tono vittorioso la firma del nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri con l’Italia. Peccato che l’accordo in sé sia in realtà una vittoria di Pirro per il nostro paese, e il prezzo più alto lo paga ancora una volta il Ticino.

L’obbiettivo dichiarato, non raggiunto, era quello di rendere meno attrattivo per i frontalieri a livello fiscale il lavoro in Svizzera. Invece, i nostri diplomatici hanno preferito cedere alle pressioni da parte dell’Italia, introducendo due categorie di frontalieri: gli oltre 70'000 frontalieri attuali a cui si applicherà lo status quo (saranno tassati quindi solo in Svizzera), e i nuovi frontalieri, ossia coloro che dal 2023 lavoreranno nel nostro paese e saranno soggetti quindi al nuovo regime fiscale, e pagheranno qualcosa in più, ma solo in Italia.

Gli oltre 70'000 frontalieri attuali continueranno a beneficiane per almeno un decennio di un regime fiscale privilegiato perché non pagano imposte in Italia, e si assisterà nel 2022 ad una caccia al contratto (sia da parte dei frontalieri che da parte dei datori di lavoro) per non entrare nella nuova imposizione, con un conseguente ulteriore aumento del numero di frontalieri e del dumping salariale in Ticino.

Gli effetti negativi per il nostro cantone non finiscono qui: la quota dei ristorni per i vecchi frontalieri a carico del Ticino aumenta dal 38,8% al 40%, mentre il moltiplicatore comunale al 100 sarà abbassato al moltiplicatore medio, ossia circa l’80%, per una perdita totale del gettito fiscale di 15 milioni di chf. Inoltre, l’accesso al mercato dei servizi finanziari non ha visto concreti progressi, anzi, si sono addirittura introdotti maggiori ostacoli rispetto al passato.

Per ottenere davvero dei vantaggi per il nostro Cantone ci toccherà aspettare 20 o 30 anni finché gli attuali frontalieri andranno in pensione e verranno sostituiti da quelli nuovi, oppure assistere nel 2023-24 ad una assunzione di massa di oltre 20'000 nuovi frontalieri.

Davvero un bel lavoro svolto dal “nostro” Consigliere Federale! Volete sapere pure la beffa? Siamo ancora sulla black list italiana!

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