Giancarlo Jorio, fondatore della Lega di Giubiasco
L’orribile spettacolo offerto dalla Lega di Bellinzona per noi cittadini con qualche anno di memoria è di totale irresponsabilità. Politicamente parlando, come si spiega tanta omertà?
Ha avuto il tempo di una legislatura, avvalendosi del dicastero delle finanze diretto da un municipale leghista, per denunciare la mala gestione emersa e che nelle casse del Comune ancora mancano all’appello 7-800 mila franchi anticipati dal comune per il ripristino dei danni causati dal franamento della discarica privata abusiva di Scarpapè.
Eppure per i danni determinati dal risanamento per le contaminazioni della ex Petrolchimica si è deciso di procedere al recupero dei costi!
La paura di aprire la bocca è un’alterazione della democrazia che dalla Lega, nata 30 anni fa per denunciare il malaffare pubblico, non ci si sarebbe mai immaginato di narrare.
Ogni credibilità dell’azione politica è irrimediabilmente perduta avendo, prima il leghista presidente del Consiglio comunale tentato di respingere, poi la leghista (ex PLR) presidente della commissione della gestione, insabbiato la petizione di Giancarlo Jorio volta a chiarire i silenzi e a obbligare il Municipio, che rappresenta il comune, a costituirsi finalmente parte civile lesa.
Il principio di etica della politica è imperativo e categorico; deve sempre prevalere, non essendo giustificabile che qualcuno sia al disopra della Costituzione e delle leggi dello Stato, sfuggendo responsabilità che una carica pubblica impone, peraltro remunerata in forma professionale.
La politica deve ricostituire proposte valide per sostenere la credibilità e l’interesse della Città rimovendo le sacche di oscurantismo.
Non è ammissibile il rischio di ripetere gli stessi errori con una Lega che non ha saputo fornire prova di operare nell’interesse della comunità lasciando, senza interferire, che si adottassero decisioni che favoriscono tornaconti non propriamente d’interesse pubblico.
La Lega, dopo decenni di strumentalizzazioni, ora evidenzia il nulla, non cerca la verità e di individuare i veri responsabili di una mala gestione emersa e sotto gli occhi di tutti.
Chi, sbagliando, non ha fornito la prova di una capacità ad assolvere la carica pubblica se ne deve andare.
È ora che si finisca di esibire bramosia di potere fine a se stessa: in gioco c’è la fiducia del cittadino verso le istituzioni della Città e il futuro va ben oltre l’interesse e le difese di una poltrona.