Cristina Maderni, granconsigliera PLR
Io speriamo che me la cavo, titolava un libro che fece un certo scalpore ad inizio anni Novanta. Una battuta che rispecchia bene lo stato d’animo delle aziende ticinesi, che dalla politica si attendono regole chiare.
Certo, la notizia che il Governo ha finalmente dato luce verde alla strategia di test di massa rappresenta una boccata d’ossigeno per le nostre aziende, attesa però fin troppo a lungo. Da settimane come PLR chiedevamo la messa in atto di questa misura, che funziona e che è già attuata con successo altrove.
Troppo a lungo ci siamo limitati a guardare e attendere. Nel frattempo, le esperienze condotte a tappeto nei Grigioni, nelle scuole di Zugo e Basilea Campagna, nelle grandi aziende dell’Arco Lemanico si dimostravano fruttuose e consentivano all’economia locale maggiore visibilità sul proprio futuro. In Germania, appena fuori dai confini nazionali, intere cittadine come Tübingen (85.000 abitanti) testavano a tappeto la popolazione, garantendosi il tasso più basso di incidenza della COVID-19 di tutto il Paese.
La svolta di questi giorni apre un nuovo spiraglio per le aziende, che per sopravvivere alla crisi chiedono di poter lavorare. Il lavoro inizia con la programmazione che, a sua volta, presuppone prospettive certe. Prospettive che la mancanza di una chiara strategia di test, volta a proteggere i dipendenti ed evitare quarantene di gruppo, ha offuscato per molto, troppo tempo.
La recente introduzione della possibilità di effettuare test di massa regolari apre anche alle aziende ticinesi e alla popolazione in generale l’opportunità di dotarsi di linee guida più chiare nella gestione del personale, nella programmazione delle forniture, nella gestione degli ordini, nelle garanzie al cliente. E, credetemi, non è poco. Anzi.
Resta però aperta una domanda assolutamente non secondaria: siamo pronti a soddisfare una richiesta massiccia di test e ad analizzare in tempi brevi e con cura i risultati? Non saremo ancora una volta ritardati da carenza di materiale e lentezza nelle procedure? E come ci potranno aiutare i test rapidi «fai da te» disponibili dal 7 aprile?
L’introduzione dei test nelle aziende, la diffusione dei kit rapidi, l’arrivo sul mercato e l’autorizzazione anche in Svizzera di nuovi vaccini costituiscono di certo passi in avanti per la salute della popolazione e delle imprese. Per superare la sfida in corso dobbiamo però riscoprire le armi vincenti che hanno sostenuto l’economia la scorsa primavera. Oggi tutto sembra più complicato, più burocratico, più lento. Purtroppo è così anche nei test di massa, ad esempio nelle regole incerte per la definizione delle aziende ad alto o basso rischio. Per migliorare il processo bisogna ritornare ad un concetto smarrito ultimamente: la politica ha il compito di decidere. I tecnici di consigliare. Non viceversa.