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FORUM ALTERNATIVOBerset, PSS e sindacati facciano autocritica

26.09.22 - 14:37
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Berset, PSS e sindacati facciano autocritica
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L’approvazione, seppur molto risicata, di AVS 21 rappresenta un vero e proprio affronto nei confronti di tutte le donne.

Inutile nasconderlo si tratta di una sconfitta dolorosa, che fa male e che risulta ancora più amara se pensiamo alle difficoltà e alle ingiustizie che subiscono oggi le donne nella nostra Società e sui luoghi di lavoro.

Anche se il Consiglio Federale non potrà non tener conto di un risultato così risicato, e del fatto che AVS 21 è stata massicciamente respinta dalle donne e dall’insieme dei cantoni romandi e del Ticino, è chiaro che la sconfitta di ieri apre le porte a nuove possibili controriforme e peggioramenti in materia di pensioni, contro le quali dovremo batterci con tutte le nostre forze.

Ora appare ancora più urgente battersi per un aumento delle rendite pensionistiche come chiede l’iniziativa per l’introduzione della tredicesima AVS sulla quale saremo chiamati a votare nei prossimi mesi. E contemporaneamente preparare al meglio la grande mobilitazione in occasione del prossimo sciopero nazionale delle donne che si terrà il 14 giugno 2023. Una giornata di lotta che dovrà permettere di lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile a sostegno di importanti aumenti salariali per tutte le donne, contro la precarizzazione delle forme di impiego e contro ogni forma di discriminazione.

Il risultato di ieri deve però indurre tutta la sinistra a fare una doverosa autocritica. Perché al di là dell’impegno profuso durante tutta la campagna contro AVS 21 la sconfitta di ieri è certamente da ascrivere a due fattori: in primis il ruolo avuto da Berset e dalla destra del PSS che hanno sostenuto con convinzione questa controriforma che le donne pagheranno a caro prezzo. E in secondo luogo lo sciagurato sostegno che alcuni anni fa Partito socialista e movimento sindacale (seppur con qualche lodevole eccezione) avevano assicurato alla riforma PV 2020 (poi fortunatamente respinta dal popolo) che per la prima volta sdoganava l’idea che le donne avrebbero dovuto andare in pensione a 65 anni. Senza questo precedente e senza le laceranti divisioni che hanno attraversato ancora una volta il PSS e che mostra tutti i limiti e le contraddizioni della presenza socialista in Governo, ieri avremmo festeggiato una vittoria trionfale e dato un colpo di grazia a tutti i progetti di ulteriore innalzamento generalizzato dell’età pensionabile.

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