Guido Sassi, candidato de il Centro al Gran Consiglio, Lista 7 Candidato 29
Una battaglia sostenuta da molti per rendere più moderno, efficiente e attento alle sfide dei nostri tempi un sistema paese che deve recuperare competitività in diversi ambiti, hospitality prima di tutto. Ovvero, in quel settore che include servizi e attività svolti da strutture alberghiere, ristorative, bar, pub e cafè. È in consultazione, infatti, proprio in questi giorni la revisione della legge ticinese sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione. La Lear – questo il suo acronimo – recepirà alcune istanze di chi opera nel settore che se approvate dal Consiglio di Stato vedrà delle novità piuttosto significative sul nostro territorio. Tra queste, l’abbassamento dell’età a 16 anni per accedere alle discoteche e ai locali notturni in generale. Una misura in vigore già in diversi cantoni che apre una serie di riflessioni sulla praticabilità di tale scelta. Innanzitutto, sul termine di “maggiori di età” che da un lato consente l’accesso a locali notturni (in quanto maggiore di 16), dall’altro limita il consumo di alcool (in quanto minore di 18). Sul tema della responsabilità, in quanto viene interamente “scaricata” sul gestore la vigilanza sul consumo di bevande alcoliche. E non ultimo sull’applicabilità della norma, dove dovrà essere accertato da documento d’identità ogni somministrazione di cocktail e aperitivo. Tutto questo – non nell’ordine e nella disciplina di una caserma –, ma in locali notturni dove per definizione (ed è giusto che sia così) si va per “rompere le righe”.
Sia ben chiaro, la revisione di queste norme partono da una fotografia della società ticinese trasformata, e alla quale la legge è tenuta ad interrogarsi e adeguarsi: un maggior grado di coscienza e responsabilità dei giovani, il confronto con lo stile di vita degli altri cantoni e delle città europee, il desiderio di crescita e di integrazione, la reazione al sentimento di solitudine sempre crescente, soprattutto nel Luganese. Ma allora, perché non pensare “formule del tempo libero” in risposta a queste esigenze, oltre che adeguare passivamente le strutture ad oggi esistenti? In questi giorni sul sito della Città è apparsa la domanda di partecipazione per esercizi pubblici a Lugano Marittima per la stagione 2023: perché non presentare un progetto teens under 18 all’insegna del divertimento responsabile? Due serate alcool-free, aperte a giovani e (perché no?) alle loro famiglie, dove si promuove un nuovo modello di divertimento e di socialità? Potrebbe essere un modo per restituire originalità e concretezza – due parole oramai dimenticate da chi ci amministra – ad una Lugano che ha deciso di crescere ed emanciparsi e al contempo mantenere vivi quei valori non negoziabili di persona e libertà.