Sara Demir, candidata al Gran Consiglio no. 72 - Lista 7 il Centro
BELLINZONA - Avete mai ascoltato l’economista Ivano Dandrea in una serata pubblica? Un mese fa ho avuto il piacere e la fortuna di ascoltarlo come relatore in un evento organizzato dalla Sezione de il Centro di Bellinzona proprio dal titolo “Giovani cervelli in fuga dal Ticino”. La tematica è da anni che mi interessa e ascoltandolo attentamente ho capito quanto sta diventando molto seria la situazione in Ticino e andrebbe affrontata tempestivamente.
L’Ufficio federale di statistica (UST) prevede che il Canton Ticino nei prossimi 30 anni dai suoi attuali 353'000 ca. abitanti scenderà a 335'000 (scenario di riferimento): perderemo sia i giovani da 0 a 19 anni (- 7’000 circa) sia quelli dai 20 ai 64 anni (-40'000); per contro vi sarà un aumento della fascia dai 65 anni in su (+40'000 abitanti). È palese che abbiamo una società che invecchia (vedi dati UST, elaborazione NZZ del 23 gennaio 2023).
Il Ticino è una regione con una forte tradizione industriale e un'economia diversificata, ma appunto negli ultimi decenni c'è stato un fenomeno crescente di "cervelli in fuga" dal Cantone. Questo significa che molti giovani talenti e professionisti qualificati con titoli di studio universitari lasciano il Ticino per cercare opportunità di lavoro e di crescita professionale altrove; una perdita significativa per il Ticino, poiché essi rappresentano il futuro della regione e la loro partenza comporta una perdita, oltre che di capitale umano, di competenze e di competitività a lungo termine per il cantone.
Concretamente in 18 anni (dal 2003 al 2021) in Ticino abbiamo perso 5'568 giovani nella fascia di età dai 25 ai 34 anni (da 44'000 a 38'000 ca.), malgrado la popolazione sia aumentata.
Quando i giovani di questa fascia d’età decidono di vivere fuori dal Ticino, si perdono le forze migliori della nostra società: oltre a perdere il giovane stesso, si perdono anche la sua futura moglie e i figli, nonché dei possibili futuri imprenditori del Ticino.
C’è così indirettamente un impoverimento del tessuto industriale economico del nostro Canton Ticino.
Ci sono molte ragioni per questo fenomeno:
- una regione con una “demografia a trappola demografica” non è attrattiva per i giovani: dove ci sono molti anziani ci sono pochi giovani.
- non si fa molto per i nostri giovani per tenerli in Ticino;
- non si promuove ancora a sufficienza la maggior conciliabilità casa-lavoro-famiglia con anche la creazione di ulteriori asili nido (e a orario prolungato);
- non ci sono le condizioni ottimali per far rientrare i nostri giovani in Ticino;
- la scarsità di opportunità professionali nel Ticino: molti giovani si sentono limitati dalle opportunità disponibili da noi e decidono di trasferirsi in altre parti della Svizzera o all’estero dove appunto ci sono più opportunità e una maggiore varietà di settori professionali;
- alcuni giovani professionisti desiderano trovare lavoro e uno stile di vita più conveniente altrove: il costo della vita in Ticino è molto elevato rispetto ad altre parti della Svizzera.
È sicuramente giusto sostenere gli anziani ma andrebbero sostenuti pure i giovani.
C’è in generale una mancanza di attenzione verso il giovane.
Per contrastare questo fenomeno è fondamentale creare nuove opportunità professionali in Ticino, attraverso politiche economiche e fiscali favorevoli, investimenti in ricerca e sviluppo, e un sistema di istruzione e formazione professionale di qualità. Inoltre, è necessario ridurre il costo della vita e migliorare la qualità della vita nella regione, per rendere il Ticino un luogo attraente per i giovani talenti e le famiglie.