Luca Paltenghi, Avanti con Ticino&Lavoro
Nella cappa dell’ultima canicola estiva è scoppiata una nuova polemica tutta politica, giacché probabilmente alla stragrande maggioranza dei ticinesi, preoccupata da altre questioni come i bassi salari, la disoccupazione, i premi di cassa malati, non importerà molto: i contenuti della nuova agenda scolastica destinata alle quinte elementari e alle classi di scuola media.
La questione è chiaramente ideologica, sia per chi la affronta da sinistra, sia per chi reagisce da destra.
Probabilmente il 95% degli allievi di quinta elementare o di scuola media, nemmeno avrebbe letto il contenuto dell’agenda scolastica, se non ci fosse stata questa polemica a suscitarne l’interesse. Allo stesso modo non distribuire il diario, non farebbe che accrescerne l’interesse, perché infrangere i divieti è linfa vitale in chi è adolescente o quasi. È lecito pensare che chi ha deciso il contenuto del diario scolastico, contasse proprio su questa reazione perché bene o male, l’importante è sempre che se ne parli.
Tuttavia, non è con una pagina su un diario scolastico che si affrontano questioni legate all’identità sessuale, all'inclusione o altre tematiche. Non è inserendo una tematica in qualsiasi contesto e continuando a martellare che si fanno informazione e sensibilizzazione. Abbiamo visto con la pandemia o con il cambiamento climatico quanto l'eccesso di comunicazione nuoccia alla causa.
Purtroppo i social, e i dannosi algoritmi che regolano il flusso di notizie e informazioni, ci hanno spinti verso una sempre più crescente polarizzazione: è tutto bianco o nero, si è di destra o di sinistra, pro Biden o pro Trump, pro Ucraina o pro Russia. Ci viene mostrato solo quello che l'algoritmo decide che sia più vicino al nostro pensiero con il risultato che poi non c'è più dialogo ma solo scontro in un perenne clima da campagna elettorale. Non c'è spazio per essere critici, per pensare che su un tema non ci siano solo ragioni da una parte e torti dall'altra. Ecco quindi che il nuovo diario scolastico è solo l'ultimo terreno di scontro tra visioni ideologiche che non hanno interesse a dialogare, ma solo a imporre la propria versione e la propria narrativa, a destra come a sinistra.
Il mondo reale però non è tutto bianco o nero. C’è un meraviglioso mondo di sfumature e tanti, tanti colori che aspettano solo di essere riscoperti. Sta a noi farlo per nutrire la democrazia con il confronto di idee e non con sterili posizione ideologiche inconciliabili.