Rina Ceppi-Bettosini, HelvEthica Ticino
Non esiste che si debba rinunciare a una conferenza – dibattito su un tema così delicato come il pensiero di genere nell’educazione scolastica! Non esiste che un gruppo rumoroso, che accusa gli altri di discorsi d’odio, ostacoli sfrontatamente una grande fetta di cittadini nell’esercizio del loro diritto costituzionale di espressione e di opinione! Non esiste che si soffochi il dialogo e il confronto su temi di interesse politico, sociale ed educativo mostrando i muscoli e urlando più forte della controparte! Non esiste che centinaia di cittadini responsabili e desiderosi di cimentarsi con le problematiche dell’educazione sessuale, prevista dall’OMS fin dalla più tenera età, si vedano privati del loro diritto di riunirsi, di informarsi ed esprimersi!
Alla conferenza, annullata dalla prepotenza di pochi irrispettosi della libertà altrui, erano invitati tutti a chinarsi sulla tematica, anche chi la pensa diversamente. Si poteva discutere, dibattere, esporre i propri punti di vista in un clima di rispetto reciproco, confrontarsi, magari anche in modo duro e franco ma civile, con opinioni diverse e magari contrastanti. Io ascolto te, tu ascolti me perché forse ognuno di noi ha qualcosa da imparare dall’altro. Ma se una parte rifiuta il dialogo o il confronto significa che teme il dibattito e che si barrica rumorosamente dietro a stereotipi e concetti ideologici prefabbricati e fragili. Quando le proprie opinioni poggiano su basi solide non si teme la discussione e non occorre difenderle con intimidazioni e minacce di boicottaggio.
Quello che è successo è molto grave, gravissimo! Mi auspico che, al di là degli schieramenti politici, nasca una manifestazione di solidarietà nei confronti di una legittima rivendicazione di rispetto di un diritto fondamentale e irrinunciabile, ancorato nella nostra Costituzione: il diritto di riunione, di opinione e di espressione. Diritto che spetta a tutti, non solo a chi urla più forte. È in gioco la salute della nostra democrazia, che appartiene indistintamente alla destra, alla sinistra e al centro. Difendiamola!