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Raoul GhislettaGoverno ticinese e DSS insensibili ai problemi del personale sociosanitario

09.04.24 - 13:36
Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino
Ti-Press
Fonte Raoul Ghisletta
Governo ticinese e DSS insensibili ai problemi del personale sociosanitario
Raoul Ghisletta, segretario VPOD Ticino

Il Consiglio federale propone il cerotto delle 38 ore settimanali per i soli infermieri.

Il Governo ticinese dal canto suo pensa di aver già risolto metà dei problemi dopo l’approvazione parlamentare nel 2022 del messaggio PRO-SAN 2021-2024 per il rafforzamento della formazione professionale nel settore sanitario.

Il Sindacato del personale pubblico e sociosanitario VPOD Ticino ha un’idea molto diversa in proposito: e questo dopo aver consultato nel 2022 il personale sociosanitario e socioeducativo sulle possibili soluzioni ai mali del settore.

Nel 2022 dopo un’ampia consultazione del personale sociosanitario e socioeducativo ticinese il Sindacato VPOD Ticino ha elaborato (con l’aiuto del compianto avv. John Noseda) e poi ha lanciato l’iniziativa popolare “per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità”. Essa è stata depositata all’inizio del 2023 con 7'500 firme valide ed è stata dichiarata ricevibile dal Parlamento ticinese il 12 dicembre 2023.

La posizione del Consiglio di Stato è contraria all’iniziativa ed è illustrata in un penoso messaggio (n. 8395) datato 24 gennaio 2024.

Ora si aspetta la decisione della Commissione sanità e socialità del Gran Consiglio, che verosimilmente a maggioranza sarà contraria all’iniziativa, visti i chiari di luna finanziari imposti dal mantra morisoliano.

Cosa propone l’iniziativa popolare ticinese?

Sono cinque i punti dell’iniziativa, che verrebbero inseriti in una legge quadro cantonale del settore sociosanitario e socioeducativo, la quale si applicherebbe sia alle strutture sociosanitarie e socioeducative gestite direttamente dal Cantone, sia a quelle private contrattualizzate con il Cantone.

I cinque punti spaziano su ambiti diversi:

1. definire condizioni lavorative minime valide per tutto il settore sociosanitario e socioeducativo, in modo da garantire una maggiore attrattività̀ ed una maggiore durata delle carriere professionali (evitare l’abbandono precoce);

2. codificare i diritti di pazienti e utenti;

3. introdurre una valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture;

4. creare organi di mediazione per pazienti, utenti e personale;

5. codificare l’alta sorveglianza parlamentare sul settore.

Dopo le recenti mobilitazioni e rivendicazioni di piazza appare sempre più urgente che la politica e l’opinione pubblica si chinino seriamente su questa iniziativa popolare, che permetterebbe di togliere pressione al settore sociosanitario e socioeducativo, la cui situazione critica di fondo viene indubbiamente peggiorata dai tagli del decreto Morisoli.

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