«Esiste per contro un “caso Dadò”, un “caso MpS” ed un “caso media di regime”».
LUGANO - Come volevasi dimostrare, e come la Lega ha sostenuto fin dall’inizio, il cosiddetto “caso Gobbi” altro non è che panna montata sul nulla, con l’obiettivo di danneggiare la Lega dei Ticinesi nell’imminenza delle elezioni comunali, essendo l’incidente della circolazione che l’ha originato – in cui, ricordiamo, il Consigliere di Stato è il danneggiato e non il responsabile – avvenuto a metà novembre. Tentativo miseramente fallito, come certificano i risultati delle elezioni comunali della scorsa domenica.
L’odierno comunicato stampa con cui il Ministero pubblico annuncia “di aver esteso il procedimento nei confronti dell'ufficiale della Polizia cantonale che era di picchetto la sera dei fatti nonché nei confronti di un capo gruppo in servizio quella notte”, contiene infatti un passaggio cruciale, che però (chissà come mai?) i media citano solo di transenna, guardandosi bene dall’evidenziarlo. Il passaggio è il seguente: “Il Consigliere di Stato è già stato sentito come persona informata sui fatti; si precisa che nei suoi confronti non emergono indizi di reato”.
Ecco quindi la conferma che nella realtà non esiste alcun “caso Gobbi”. Esiste per contro un “caso Dadò”, un “caso MpS” ed un “caso media di regime”.
Il comportamento dei soggetti indicati è inqualificabile. L’MpS in costante fregola di visibilità mediatica (inversamente proporzionale al miserrimo consenso elettorale: qualche motivo ci sarà...) è solito raccogliere ogni cicca per dare sfogo alle manie di protagonismo dei suoi esponenti; la cosa ormai non sorprende nessuno. Ma che l’esagitato presidente di un partito di governo si abbassi alla medesima logica, è preoccupante; in particolare per il partito che presiede.
I troppi media di regime hanno da parte loro dimostrato ancora una volta di fare propaganda politico-partitica e non informazione, dedicando paginate e ore di trasmissione ad una non-vicenda, e gonfiandola a dismisura quasi fosse il principale problema del Cantone. Così facendo hanno dimostrato di non adempiere affatto all’autoproclamata missione di fornire un’informazione indipendente e di qualità, e pertanto di non meritare alcun sostegno finanziario pubblico, sotto qualsiasi forma.
La Lega dei Ticinesi attende con fiducia che la “shistorm” scatenata sul nulla si rovesci ora sui suoi autori.
Lega dei Ticinesi