Domenico Zucchetti, Membro del Comitato Verdi del Ticino
Si è appena conclusa la conferenza sulla pace in Ucraina al Bürgenstock, e le forze dell’ordine meritano un plauso per il lavoro svolto. Garantire la sicurezza a oltre cento delegazioni in un clima internazionale di forti tensioni e palesi minacce ha certamente richiesto molta preparazione e sforzi considerevoli. Dobbiamo essere riconoscenti, perché è anche grazie all’impegno e alla professionalità di queste persone che la Svizzera è apprezzata nel mondo e riesce a offrire i suoi buoni uffici in situazioni di crisi internazionali.
L’unico problema di sicurezza sembra essere stato il blocco del parlamentare Thomas Aeschi, capogruppo UDC, da parte di un agente della Fedpol (polizia federale), incaricato di impedire a persone non autorizzate di passare sulla scala principale di Palazzo federale, che ospitava il presidente del parlamento dell’Ucraina, ripetutamente minacciato di morte. Si potrà discutere se le misure di sicurezza fossero eccessive, ma è evidente che quella del rappresentante dell’UDC è stata una provocazione; infatti, è parlamentare dal 2011 e non è credibile che non potesse servirsi dell’ascensore per recarsi dove doveva. Inoltre, il funzionario di polizia ha certamente spiegato bene la situazione e fatto capire che aveva ordini stringenti in merito alla sicurezza. Nonostante ciò, l’onorevole Aeschi, tenente nell’esercito, ha volutamente disatteso gli ordini ed è entrato nella zona chiusa, obbligando l’agente a fare il suo dovere.
I filmati hanno fatto il giro del mondo, mettendo in dubbio l’operato degli addetti alla sicurezza e dando il via a critiche alla Fedpol anche da parte del Consigliere federale Albert Rösti. In tempi normali, una provocazione del genere sarebbe stata condannata da tutti; invece, viviamo un periodo di estrema polarizzazione, in cui tutto appare lecito. Si dimentica così il valore simbolico e il dirompente messaggio diseducativo di certe azioni. Infatti, se un parlamentare di destra, ufficiale dell’esercito, in una posizione di potere, per motivi futili, ritiene lecito sfidare degli agenti di sicurezza proprio nel momento di massima attenzione e tensione, e in un contesto di massima allerta con la Svizzera al centro della scena mondiale, è chiaro che molte persone, con motivi di insoddisfazione molto più evidenti e frustrate dall’impossibilità di farsi sentire, riterranno perfettamente lecito provocare le forze dell’ordine e magari anche fare di peggio.
Invito quindi nel modo più assoluto a non seguire l’esempio di certi “rappresentanti del popolo” e a tenere sempre presente che gli alti magistrati che giustificano e difendono certi comportamenti infangano la loro carica e le nostre istituzioni. Ricordo poi che le forze dell’ordine meritano sempre il massimo rispetto e che è dovere di tutti sostenerle nello svolgimento delle loro mansioni. In caso di presunti o evidenti errori, ci sono modalità per segnalarli e non bisogna reagire. Sono infatti persone come tutti noi, che svolgono un compito molto delicato e difficile in difesa della sicurezza di tutti, delle nostre istituzioni e della democrazia.
Di fronte alle ingiustizie del mondo, a difesa dei diritti e di certi accadimenti, non solo è lecito, ma è doveroso manifestare; tuttavia, lo si deve fare sempre e solo in modo pacifico e gli agenti non devono mai essere provocati, tanto più quando è in gioco la sicurezza delle persone e la tensione è al massimo.