Il presidente del Lugano Angelo Renzetti: «Dobbiamo riflettere bene prima di entrare in questa dimensione...»
E sull'ipotetica trattativa con grandi club italiani, quali Inter, Milan e Juventus: «Sarebbe la situazione ideale per tutti, ma non si è mai concretizzato niente. Sono solo voci»
Negli scorsi giorni il Consiglio federale ha deciso di andare incontro al mondo dello sport, prevedendo di stanziare 350 milioni di franchi ai club professionistici di calcio e di hockey.
Non si tratta di un regalo, bensì di un prestito, con metà del montante totale che servirà per aiutare le società sportive quest'anno, mentre l'altra metà nella stagione 2021/2022. Questo sostegno dovrebbe permettere ai club di affrontare con maggiore serenità le conseguenze dell’emergenza legata al coronavirus. «Psicologicamente è importante sapere che ci sia un salvagente nel caso si stia annegando», è intervenuto il presidente del Lugano Angelo Renzetti. «Questa è stata la prima impressione che ho avuto. Poi però pensandoci bene, una volta che questo marasma sarà passato, i club si ritroveranno con un debito importante sulle spalle, che non aiuta sicuramente a mettere a posto le cose. Il problema sarà restituire i soldi, dovremo riflettere bene prima di entrare in quella dimensione».
Molte società sportive rischierebbero quindi di trovarsi in serie difficoltà in ogni caso, soprattutto quelle più “piccole”. «Esattamente. Per rimborsare certe cifre necessiteremmo davvero di molti più spettatori allo stadio, perché alla fine le entrate sono quelle. In questo settore mancano i soldi oggi – visto che giochiamo a porte chiuse – e mancheranno anche domani perché dovremo restituirli. Abbiamo la fortuna di riuscire a sostenerci con il mercato, ma le spese sono comunque tante. Bisogna ponderare bene ogni aspetto, poiché attingendo a un debito del genere sarà obbligatorio cambiare completamente la strategia, magari schierando molti più giovani in campo con tutti i pericoli che ci sono. Il timore è che anche gli investimenti fatti in precedenza possano non andare a buon fine e specialmente per noi, che dobbiamo anche costruire lo stadio, sarebbe meglio mostrare che ci siamo. Non possiamo avere un atteggiamento di basso profilo, altrimenti rischiamo di andare in pasto ai leoni. Vendita della società? Chiaramente se dovessi vendere non potrei andare ad attingere ai soldi della Confederazione, perché poi uscirebbero dalle mie tasche e ne ho già investiti troppi a livello personale».
Voci di corridoio dicono che sono in corso delle trattative con grandi club di Serie A – come Inter, Milan o addirittura Juventus (dove c'è il fedele Giovanni Manna) – che potrebbero in futuro “utilizzare” Cornaredo come una sorta di colonia per i propri giocatori, invece di spedirli in giro per l'Europa. In questo modo i bianconeri avrebbero una squadra competitiva e ci guadagnerebbero sui salari... «Queste voci girano da un po' di tempo e c'è sempre questa aspettativa, anche perché sarebbe una situazione un po' naturale per una società come il Lugano. Purtroppo però non si è mai concretizzato niente e non c'è nessuna trattativa in corso, quindi non è quella la direzione da esplorare. Se vogliamo parlare in maniera empirica è evidente che sarebbe la soluzione ideale per tutti, ma non sono mai riuscito a fare un discorso più ampio. Vedremo cosa succederà nel futuro prossimo e lo scopriremo solo vivendo».