Arno Rossini: «Angelo Renzetti va solo ringraziato. Nei suoi anni di presidenza ha però parlato troppo»
«Celar e Amoura sono molto bravi. Tenuto conto delle qualità che hanno, se gestiti al meglio per il Lugano potrebbero rivelarsi i nuovi Sadiku e Alioski».
LUGANO - I punti, i risultati, sono solo la conseguenza della bontà del lavoro svolto. Maggiore è l’attenzione che si presta nella semina, migliore è il raccolto che poi si otterrà. Almeno così dovrebbe essere. Ciò significa che, a Lugano, Croci-Torti sta lavorando molto bene.
«È stato molto bravo: è riuscito immediatamente a calarsi nel nuovo ruolo - ha spiegato Arno Rossini - e a far capire ai giocatori che la sua posizione all'interno del club era cambiata. Non più vice, ma allenatore».
Un mister con carattere, tra l’altro, vista l’esclusione di Lungoyi prima da un allenamento e in seguito dal match della scorsa domenica.
«Non so bene nel dettaglio quello che è successo con Christopher, quindi non voglio parlare di quella situazione. Posso solo dire che prendere decisioni forti fa parte del lavoro di un tecnico».
A noi quanto accaduto ha ricordato lo “sgabello di Bonucci” (nel 2017, dopo uno screzio con Allegri, il difensore della Juventus fu mandato in tribuna per l’ottavo di andata di Champions League contro il Porto, ndr).
«L'impatto sul gruppo, a Lugano, potrebbe essere molto simile. Dimostrare forza ma soprattutto correttezza davanti ai calciatori è infatti fondamentale: rende credibile un mister. Escludendo Lungoyi, Mattia ha fatto capire, qualora ce ne fosse bisogno, quali sono i comportamenti da tenere in gruppo. E ha tirato una riga che i giocatori ora sanno di non poter superare».
Oltre a un entusiasmo contagioso, ciò che più ha colpito di Croci-Torti è la sincerità che ha nel raccontare il quotidiano. Nel parlare di tattica e nello specificare quello che si aspetta dalla squadra.
«In uno spogliatoio non puoi dire bugie, non puoi mentire, altrimenti i giocatori ti beccano subito. Mattia sa questa cosa. L'ha imparata quando era dall'altra parte della barricata e di questo insegnamento sta facendo tesoro».
Come sta lavorando a livello tattico?
«Finora ha puntato sulla concretezza e, fatto importante, ha mostrato coraggio. Anche questo atteggiamento è estremamente apprezzato dal gruppo, che invece avrebbe faticato a seguire un allenatore con poca personalità. In questa pausa potrà provare a studiare qualcosa a livello offensivo».
Ci sono Celar e Amoura…
«Due ragazzi interessanti, molto bravi. Tenuto conto delle qualità che hanno, se gestiti al meglio, per il Lugano questi due ragazzi potrebbero rivelarsi i nuovi Sadiku e Alioski. Fosse così, a Cornaredo Croci-Torti potrebbe replicare quanto fatto a suo tempo da Tramezzani. Anche in quel caso c’era un buon gruppo, solido e compatto, e in campo si vedevano grande praticità e poi… due elementi in grado di spaccare le partite».
Ci sono dunque tutte le premesse affinché i risultati non manchino?
«Questo Lugano ha un altro punto di forza: Cao Ortelli. Mattia ha dimostrato di avere idee e spunti interessanti; l’esperienza e la saggezza di Cao sono però fondamentali. Lo saranno soprattutto nei momenti difficili, perché questi arriveranno; con lui in panchina sarà meno complicato superarli. C’è poi un ulteriore fattore “positivo”: la proprietà è silente».
Niente dichiarazioni fuori posto?
«Angelo Renzetti va solo ringraziato per quello che ha fatto. Nei suoi anni di presidenza ha però parlato tantissimo. Troppo. E le sue dichiarazioni hanno spesso fatto aumentare la pressione su squadra e giocatori. Avere una dirigenza meno loquace rispetto al passato è sicuramente un vantaggio enorme per questo Lugano».