Rossoneri irriconoscibili nelle prime due partite, Ruiu: «Giocando come a Parma, con la linea difensiva così alta, il Milan perderà con tutti»
«Ibra? Si ritrova a prendersi delle responsabilità di alcune scelte che non sono nemmeno le sue. Ma è pagato per quello...».
MILANO - A Milano, sponda rossonera, c'è già chi in agosto rimpiange Stefano Pioli. Il magrissimo bottino raccolto da Okafor e compagni nelle prime due partite, un punto contro Torino e Parma, ha già fatto scattare l'allarme. In tanti puntano (già) il dito contro Paulo Fonseca: ma le responsabilità sono tutte sue?
«Lui non ha colpe... - è intervenuto Cristiano Ruiu, volto noto delle trasmissioni di Telelombardia - La colpa, semmai, è di chi sta portando avanti il progetto tecnico. Dopo l'addio alla vecchia gestione sportiva, la società aveva dato piena fiducia a Stefano Pioli, salvo poi sfiduciarlo dopo poco tempo. Già questa è stata una prima incoerenza. Il mercato dell'anno scorso è stato portato avanti in maniera poco logica, prendendo giocatori negli stessi ruoli e lasciandone altri totalmente scoperti. Un esempio? L'interditore a metà campo, determinante nell'anno dello Scudetto dove c'erano i vari Tonali, Kessie e Krunic. Proprio per coprire questa lacuna, Pioli ha dovuto far giocare gente fuori ruolo, come Reijnders che con la nazionale olandese ha fatto un ottimo Europeo... ma da trequartista. Questa dirigenza ha continuato imperterrita a prendere elementi che attaccano, dimenticando che per fare calcio bisogna partire dalla difesa. Finalmente sembrano averlo capito, visto che sono arrivati due ottimi giocatori come Pavlovic e Fofana».
Problema senatori
«L'anno scorso ne sono partiti altri due, come Kjaer e Giroud, lasciando un bel vuoto. Adesso, infatti, non vedo gente in grado di prendere in mano il testimone: Theo Hernandez è demotivato, Maignan fa il suo, Bennacer è fuori dal progetto e Leao sta sulle sue. Arriviamo a Calabria: senza dubbio avrà qualche lacuna a livello tecnico, ma da capitano dovrebbe essere colui che veicola i valori del Milan. Invece lo hanno delegittimato prendendo Emerson Royal, altro elemento di spinta da cui a Parma è nato il gol del 2-1. Gli emiliani sabato sembravano il Real Madrid, invece erano una neopromossa».
La scelta-Fonseca
«Fonseca - che già aveva fallito in Italia - non era da prendere. Tutti sanno che è stato scelto un allenatore del genere per "favorire" i rapporti con la società. In Italia ci sono profili eccezionali, come Vanoli del Torino - un mini Conte - o lo stesso Pecchia del Parma. Peccato non aver avuto il coraggio di puntare su uno di loro. Malgrado ciò, mi auguro che adesso venga difeso a spada tratta: dovessero metterlo in discussione dopo tre partite sarebbe davvero pericoloso e la società dimostrerebbe ancora una volta una fragilità disarmante e di non avere un progetto chiaro in testa, buttando al vento un'altra stagione. Se Fonseca non sarà in grado di sistemare la squadra a livello difensivo, oltre che motivare i suoi pezzi da 90, saranno dolori... Giocando come a Parma, con la linea difensiva così alta, il Milan perderà con tutti. L'ha detto anche Capello, adesso ogni allenatore sarebbe felice di giocare contro questo Milan. Una frase che mi ha sconvolto. Richiamare Pioli (ancora a libro paga, ndr)? Tutto è possibile con questa società, ma sarebbe veramente una cosa dell'altro mondo».
Il ruolo di Ibrahimovic
«Il Milan ha Furlani che è amministratore delegato di una squadra di calcio e non l'ha mai fatto, Moncada è direttore sportivo e non l'ha mai fatto, Ibrahimovic è dirigente e non l'ha mai fatto. Tre esordienti in ruoli chiave. Con la partenza di Maldini la società si è resa conto che c'era una voragine da colmare, motivo per il quale hanno fatto una corte sfrenata a Ibra, che inizialmente non voleva neppure accettare. In un'intervista ha poi spiegato che l'offerta era irrinunciabile ed oggi si ritrova a prendersi delle responsabilità di alcune scelte che non sono nemmeno le sue. Ma è pagato per quello...».
Il "nostro" Okafor
«Non mi dispiace come giocatore, ma anche lui deve trovare continuità, fiducia e soprattutto il suo ruolo. Okafor, a mio avviso, renderebbe molto di più in una squadra che si schiera con due attaccanti. Paradossalmente se giocasse nell'Inter, il suo rendimento sarebbe nettamente migliore. In un 4-4-2, ricoprendo il ruolo di seconda punta, troverebbe infatti la sua collocazione ideale. Torno al discorso di prima, la società deve capire che non si prendono i giocatori perché piacciono, ma perché ritenuti congeniali al progetto...».