Le comuni raccomandazioni conoscono eccezioni per i sanitari: «Abbiamo bisogno di tutte le braccia disponibili».
ZURIGO - Secondo le autorità sanitarie, alla comparsa di tosse, mal di gola, affanno, febbre o dolori muscolari ma anche di mal di testa, sintomi gastrointestinali, congiuntivite o raffreddore, i cittadini dovrebbero mettersi in autoisolamento a casa per 10 giorni. Questi sono infatti i possibili sintomi del Covid-19 ed evitare completamente contatti con altri quando compaiono permetterebbe di scongiurare un contagio.
Tale regola, però, non vale per forza per chi lavori in ospedale. Come si legge in un foglio informativo distribuito al personale del Waid und Triemli e riportato da 20 Minuten, infatti, ai dipendenti del nosocomio zurighese è richiesto di presentarsi al lavoro anche con tosse, raffreddore e mal di gola lievi ma senza febbre. La postilla: evitare contatti con i pazienti e altre persone all’interno della struttura e portare sempre una mascherina. Una volta a casa, invece, l'invito è a seguire le regole dell’autoisolamento come il resto della popolazione.
«Non ha senso condurre test per ogni tipo di tosse o naso che cola», sottolinea Tobias Faes, il direttore marketing dell’ospedale. «Molta gente ha tosse nervosa, allergia ai pollini o altro», spiega. Il tampone, precisa, è riservato ai collaboratori che abbiano chiari sintomi d'infezione da coronavirus.
La pratica sembra seguita da altri nosocomi. «In una simile situazione di crisi ogni ospedale deve ponderare le cose: se molti collaboratori rimangono assenti, l’assistenza a pazienti gravemente malati potrebbe venire meno», afferma per esempio il direttore marketing e comunicazione dell’Ospedale universitario di Basilea, Thomas Pfluger. «Le misure previste sono ben ragionate e vengono regolarmente valutate», aggiunge.
Josef Widler, presidente della Società dei medici del Canton Zurigo, è di avviso simile: «Ora abbiamo bisogno di tutte le braccia disponibili in corsia», afferma. «Se tutti gli ospedali lasciassero a casa ogni collaboratore per un raffreddore, il sistema sanitario collasserebbe», aggiunge.
Questa impostazione, però, non piace a tutti coloro che sono "al fronte": «Chi si sente malato dovrebbe restare a casa», lamenta un'infermiera che vuole restare anonima. «Nessuno può aspettarsi che mettiamo in pericolo la nostra salute per una situazione per la quale non siamo responsabili», aggiunge.