Bruno Storni si rallegra della conclusione del programma di risparmio delle FFS.
La risposta del Consiglio federale a riguardo, però, non lo convince. Potrebbe essere più trasparente.
BERNA / BELLINZONA - Bruno Storni le definisce «buone nuove», ma la risposta che il Consiglio federale ha dato al consigliere nazionale socialista in merito alla fine del programma di risparmio delle FFS "Railfit" non lo convince. «Buone nuove» perché la replica conferma che il progetto avviato dall'ex ceo Andreas Meyer è stato «concluso» - o «abbandonato», come accusa Storni - lo scorso mese di luglio. Risposta poco convincente, invece, perché non chiarisce diversi punti.
«Il Consiglio Federale non informa oltre, non espone risultati, afferma che Railfit 20/30 è concluso “in quanto gli obiettivi prefissati sono già stati realizzati “ (sic)», scrive Storni in un comunicato in cui rende nota la risposta alle sue recenti domande sul tema. «La tempistica per la conclusione (abbandono ?) di Railfit20/30 segue di pochi mesi il cambio alla Direzione FFS che ha visto l’uscita di scena di Andreas Meyer, ideatore del fallimentare progetto», aggiunge sibillino.
Per Storni, Railfit è stato particolarmente deleterio perché «ha portato all’incredibile carenza di macchinisti e di assistenti alla clientela richiedendo la soppressione di 200 collegamenti al giorno per insufficienza di personale».
A tal proposito, oltre a far sapere che il programma è concluso e che tutte le divisioni e i settori sono stati toccati dai tagli, nella risposta il Consiglio Federale si limitava a far sapere che «le FFS dichiarano di aver progettato e condotto il reclutamento di ulteriori macchinisti e assistenti alla clientela dal 2019, di averne attualmente in formazione oltre 400 e di aspettarsi di recuperare le carenze nel corso del 2021 nonostante i ritardi dovuti al Covid-19».