Il presidente della Confederazione Guy Parmelin annuncia che saranno stanziati altri 60 milioni per il settore.
Il nuovo piano è concepito per stimolare la domanda e mantenere la capacità di innovazione in seguito al duro colpo impartito dall'avvento della pandemia.
BERNA - Meno 21 giorni alla fine dell'estate. E la stagione turistica volge verso il termine. Il turismo svizzero soffre però ancora le conseguenze della crisi sanitaria, e il Consiglio federale ha deciso di dare il via, a partire da oggi, a un piano di rilancio volto a sostenere l'intero settore. Secondo il presidente della Confederazione Guy Parmelin, a soffrire di più sarebbero state le città di Zurigo e Ginevra.
Le misure - Il Recovery Plan prevede tre misure concrete. La prima consiste in fondi supplementari per un totale di 30 milioni di franchi che saranno destinati alla promozione della domanda per il periodo 2022-2023 da parte di Svizzera Turismo. La seconda misura, atta a ridurre i costi di innovazione del turismo, prevede l’aumento del limite dei contributi federali ai progetti Innotour per il periodo 2023-206 da un massimo del 50 per cento a un nuovo massimo del 70 per cento. Il terzo strumento di aiuto concerne invece un finanziamento supplementare di 10 milioni stanziato per la per la promozione di progetti turistici.
Gli ospiti stranieri - I fondi aggiuntivi per Svizzera Turismo, spiegano le autorità federali, dovranno permettere innanzitutto di riconquistare gli ospiti stranieri, rafforzare lo sviluppo del turismo sostenibile, rivitalizzare il turismo urbano e d'affari e alleggerire il ruolo dei partner turistici.
Il futuro del turismo - Si suppone che il turismo d'affari non tornerà più ai livelli del pre-pandemia, si punta quindi a un turismo più sostenibile e meno di massa.
Tensioni da Covid - Durante l'odierna conferenza stampa, il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha speso qualche parola sull'attuale situazione epidemiologica e sulle ulteriori misure Covid attualmente in discussione, sottolineando, appellandosi alla popolazione, che «il nemico è il virus», e non altri concittadini che la pensano diversamente da noi. Ognuno, afferma Parmelin, deve chiedersi cosa può fare per contribuire all'uscita della crisi.