La presidente dell'ASC Edna Epelbaum: «L'obiettivo è di poter uscire in comune da questa crisi».
Finora nessun cinema richiedeva il certificato Covid, ma il settore è pronto e ha già fatto dei test.
BERNA - L'Associazione Svizzera dei Cinema (ASC) accoglie con «solidarietà» l'estensione del certificato Covid decisa oggi dal Consiglio federale. Lo ha indicato la presidente dell'ASC Edna Epelbaum a Keystone-ATS. «L'obiettivo è di poter uscire in comune da questa crisi», ha precisato.
Niente test all'entrata delle sale - Finora nessun cinema richiedeva il certificato Covid, sottolinea Epelbaum affermando però che il settore è pronto ad applicare questa nuova misura, avendo fatto anche dei test. Ciò implicherà un sovraccarico a livello di personale e operativo, nonché finanziario. Prosegue auspicando che la politica continui a sostenere la cultura fino a fine 2022.
I cinema non offriranno la possibilità di farsi testare all'entrata in sala, le persone che desiderano assistere alle proiezioni dovranno quindi essere già munite di un certificato Covid che indichi di esser state vaccinate, testate o guarite.
Epelbaum indica anche che il settore del cinema teme fortemente che con l'obbligo del certificato «ci sia una diminuzione di spettatori, come è stato il caso in Francia».
L'esperienza cinematografica rimane unica - Un numero crescente di persone consuma film su piattaforme online, e non soltanto a causa della pandemia. A questo proposito, Epelbaum si dice tuttavia «convinta che l'esperienza cinematografica rimanga unica, e che questa non potrà essere rimpiazzata dallo streaming», lo si è visto per esempio con le sale affollate nonostante il bel tempo.
Prosegue inoltre affermando che «la situazione non è ancora buona, ma bisogna introdurre misure in attesa di un ritorno alla normalità». La presidente dell'ASC dice che questa misura «sembra rassicurare in particolare le imprese, che tornano al cinema per organizzare eventi», ma per poterlo affermare con certezza bisognerebbe attendere due settimane.
A nome del settore è anche soddisfatta che il Consiglio federale abbia preso la decisione di estensione del certificato a livello nazionale e non cantonale.