Bilancio 2020: la maggiore quota di ospedalizzazioni è stata rilevata in Ticino, con 79 casi ogni 10'000 abitanti.
Nel complesso, le persone decedute in ospedale con o per covid-19 sono state 4551. La loro età media era di 80 anni
BERNA - Per la prima volta dal 2011, lo scorso anno il numero di persone ricoverate negli ospedali svizzeri è risultato in calo. La flessione è del 5,8%. Lo indica l'Ufficio federale di statistica (UST) precisando che per quel che concerne il covid-19, una persona su quattro ricoverata in cure intense è deceduta.
Più ospedalizzati in Ticino - I primi ricoveri legati al coronavirus sono stati registrati nel febbraio 2020. Alla fine dell'anno ne sono stati contabilizzati 36'244. La maggiore quota di ospedalizzazioni è stata registrata in Ticino, con 79 casi ogni 10'000 abitanti.
Mortalità elevata nelle cure intense - A livello Svizzero, il 13% dei ricoverati per covid - 4765 persone - sono finiti in un'unità di terapia intensiva. La mortalità per questi pazienti è stata del 26% (a titolo di confronto, la mortalità per le altre diagnosi è stata dell'8%). Nel complesso, le persone decedute in ospedale con o per covid-19 sono state 4551. La loro età media era di 80 anni.
Diminuiti i giorni di cura - Più in generale, la statistica ospedaliera dell'UST ha analizzato i dati di 142 ospedali di cure acute, 15 case per partorienti, 50 ospedali psichiatrici, 50 cliniche di riabilitazione e 19 altre cliniche specializzate. Rispetto al 2019, i giorni di cura sono diminuiti del 4,5% attestandosi a 11'094'844 giorni.
Negli ospedali che offrono cure centralizzate il calo dei giorni di cura è stato particolarmente marcato (-7,6%). Al contrario, nelle cliniche psichiatriche questi sono aumentati dell'1,3% e in quelle di riabilitazione dello 0,9%.
Nel settore ambulatoriale ospedaliero, per la prima volta dal 2015 si è registrato un calo delle consultazioni (–3,1%). Il numero di pazienti ha invece ampiamente superato quello dell'anno precedente (+5,3% a 4'459'987). Ciò è dovuto in parte "all'elevata quota di persone (3,4%) che hanno unicamente percepito prestazioni relative alla nuova tariffa della pandemia, nell'ambito di uno screening specifico al covid-19", spiega l'UST. Una larga parte - 42,5% - avevano tra i 20 e i 39 anni.
Le principali affezioni - Il morbo principale più frequente nei casi di ospedalizzazione con una diagnosi di covid era la polmonite, seguita da sepsi, febbre e tosse. Lo scorso anno si sono registrati 60'262 casi di polmonite, il 42% dei quali nel contesto del virus pandemico. Nel 2019 le polmoniti erano state circa 49'000 e dieci anni fa, nel 2011, 36'000. Se negli ultimi anni in media il 10% di questi pazienti sono deceduti in ospedale, la quota di quelli con una diagnosi di covid era del 15%.
Spese aumentate - Per quel che concerne le spese, nel 2020 i costi per le prestazioni stazionarie sono aumentati dell'1,7% a 19,4 miliardi di franchi. Quelli relativi alle cure ambulatoriali sono cresciuti del 3,1% a 8,7 miliardi. Dato che l'anno in rassegna è stato accompagnato da una diminuzione delle ospedalizzazioni, i costi per degenza sono saliti del 7,3%, raggiungendo quota 14'180 franchi.
Nel 2020 è cresciuto anche il personale ospedaliero: +3,5% a 228'800 persone, pari a 174'593 posti di lavoro a tempo pieno. Hanno registrato un incremento particolarmente forte il personale amministrativo (+5,5%) e quello del corpo medico (+4,6%). Aumenti meno importanti per il personale di cura (+3,4%), quello del servizio tecnico (+3,3%) quello del servizio sociale (+3,0%), quello medico-terapeutico (+3,0%) e quello medico-tecnico (+2,7%).