Lo ha fatto sapere il presidente della Confederazione. Resteranno solo sei-sette persone per le attività principali
BERNA - Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, a margine della conferenza del Consiglio federale sulla politica europea, ha nuovamente stigmatizzato la guerra scoppiata ieri in Ucraina. Ha precisato che da oggi ha preso il via l'evacuazione parziale dell'ambasciata elvetica di Kiev. Rimarrà solo il personale indispensabile.
«Ieri è stato il primo giorno forse di una nuova era politica», la presa di posizione del governo ha voluto segnare simbolicamente questo avvenimento, ha aggiunto Cassis. Oggi è il giorno due, si va avanti, i soldati russi avanzano e la città di Kiev è teatro di combattimenti.
«Abbiamo iniziato l'evacuazione parziale dell'ambasciata di Kiev. Tutti i dipendenti il cui lavoro non è indispensabile lasceranno il paese. Rimarranno sei-sette persone che garantiranno le attività principali». Praticamente tutti gli altri paesi hanno lasciato l'Ucraina, ha continuato: la Confederazione intende lasciare la porta aperta al dialogo tra le due parti coinvolte nel conflitto.
Cassis ha ribadito che il Consiglio federale condanna severamente la violazione della sovranità di uno Stato. La Svizzera si aspetta che la Russia rispetti i diritti umanitari e quelli umani.
Il consigliere federale Guy Parmelin ha aggiunto che riguardo alle sanzioni nei confronti della Russia, la Confederazione valuta quelle adottate dall'Unione europea (UE) e decide quali fare proprie. Al momento è stato deciso di mantenere le sanzioni che erano state decise in occasione dell'annessione della Crimea, di inasprirne alcune e di aggiungerne altre.
Ad esempio, ha indicato Parmelin, la Svizzera aderisce direttamente a tutte le sanzioni dell'UE nei confronti di persone e gruppi.
A questo proposito Cassis ha precisato che l'obiettivo della politica svizzera delle sanzioni indipendenti è quello di non chiudere la porta delle relazioni diplomatiche in faccia alle parti in conflitto. «Questo è l'obiettivo politico della Svizzera».
L'offerta di buoni uffici è un valore aggiunto della Svizzera, ha detto il presidente della Confederazione: «Dobbiamo basarci sul principio del dialogo». Altri paesi non possono farlo. Neutralità non significa indifferenza, ha sottolineato Cassis. Ma la neutralità obbliga la Svizzera ad adottare una posizione differenziata. «Non è facile in questa situazione» ha ammesso il presidente.
Dal canto suo la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha ricordato che la guerra ha gravissime conseguenze per la popolazione ucraina: «Siamo solidali con loro, non lasceremo la gente in balia alle aggressioni militari». La ministra ha precisato che le autorità a livello europeo stanno reagendo: la prossima settimana si terrà un vertice di ministri di giustizia ed è probabile che pure lei possa parteciparvi. «Con gli Stati di Schengen cercheremo di capire come possiamo aiutare e portare solidarietà. In Svizzera siamo pronti a ricevere gente che fugge ed ha bisogno di protezione».