La partecipazione degli svizzeri nell'accoglienza dei rifugiati ucraini ha parzialmente eluso il problema degli alloggi.
Molti profughi progressivamente lasceranno la abitazioni private, le strutture pubbliche ancora non sono pronte.
BERNA - Grazie alla generosità dei privati, attualmente i Cantoni riescono ad alloggiare tutti i profughi ucraini loro assegnati, ma entro l'autunno la situazione potrebbe cambiare. È di queste prospettive che hanno discusso oggi a Berna rappresentanti della Confederazione, dei Cantoni, dei Comuni e delle associazioni di aiuto ai rifugiati.
Stando alle informazioni dei Cantoni, circa il 60% dei profughi ucraini in Svizzera è alloggiato privatamente. Si tratta di circa 40'000 persone, la cui sistemazione testimonia la grande solidarietà della popolazione, rileva una nota odierna della Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
È stato però ipotizzato che in ognuno dei prossimi tre mesi, fino al 10% circa di queste persone lascerà gli alloggi privati e occorreranno strutture di accoglienza alternative. Considerando anche i nuovi arrivi dall'Ucraina, entro l'autunno bisognerà probabilmente trovare circa 10'000 posti di alloggio al mese, scrive la SEM.
È comunque difficile prevedere gli ulteriori sviluppi nella zona di guerra e il numero di persone che cercheranno rifugio in Svizzera. Vi è poi un altro fattore determinante, ossia per quanto tempo gli Stati confinanti con l'Ucraina potranno continuare a sopportare la maggior parte dell'afflusso di rifugiati.
Se il conflitto proseguirà con l'intensità attuale, i profughi rifugiatisi nei paesi confinanti potrebbero migrare verso Occidente, e quindi anche verso la Svizzera. La situazione è molto impegnativa, hanno convenuto i partecipanti, sottolineando che non si tratta solo di capacità ricettive, ma occorre anche reclutare a tempo debito il personale qualificato necessario. Confederazione, Cantoni e Comuni dovranno fare affidamento ancora per diversi mesi sulle strutture di alloggio private, è stato concluso.