Il DFAE fa il punto sul dramma di Seul dove hanno perso la vita 151 persone. Ventidue di loro erano stranieri.
Intanto il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis fa le condoglianze alle famiglie e ai parenti delle vittime. «Dopo questa tragedia i nostri pensieri sono rivolti alla popolazione sudcoreana».
BERNA / SEUL - Finora «non vi sono informazioni su possibili vittime svizzere» in seguito alla calca creatasi nella notte a Itaewon, a Seul, in occasione di un evento per festeggiare Halloween, in cui sono morte 151 persone. Lo ha dichiarato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), precisando che la rappresentanza svizzera è in stretto contatto con le autorità locali.
Ieri sera, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis aveva reagito via Twitter alle «terribili» notizie in provenienza da Seul, esprimendo le condoglianze alle famiglie e ai parenti delle vittime. «Dopo questa tragedia i nostri pensieri sono rivolti alla popolazione sudcoreana», ha aggiunto Cassis.
Terrible news coming out of #Seoul. Holding the people of South Korea in my thoughts following the stampede in #Itaewon. My condolences to the families of the victims and to all those affected by the tragedy.
— Ignazio Cassis (@ignaziocassis) October 29, 2022
Stando all'ultimo bilancio ufficiale, le vittime sono salite a quota 153, mentre il conteggio dei feriti è di 82, di cui 19 in condizioni gravi. Le autorità sudcoreane hanno inoltre precisato di aver ricevuto 355 segnalazioni di persone scomparse dopo la calca. Quanto ai Paesi di origine dei 22 stranieri deceduti, figurano Cina (4), Iran (4), Russia (3), Usa, Francia, Australia, Vietnam, Uzbekistan, Norvegia, Kazakistan, Sri Lanka, Thailandia e Austria (uno ciascuno). La nazionalità dell'ultima vittima non è stata ancora determinata, hanno riferito i media locali tra cui la Yonhap.
La tragedia è stata la peggiore in Corea del Sud dall'affondamento del 2014 del traghetto Sewol, in cui morirono 304 persone, in prevalenza studenti delle scuole superiori in gita.