Sigg, ex portavoce del Governo, ritiene «plausibile» che Berset non sapesse, ma come superiore è da ritenere «corresponsabile».
BERNA - Il caso Corona-Leaks è ormai esploso. E se da un lato la vicenda della fuga di notizie non ha intaccato la fiducia della popolazione in Berset, dall'altro con le sue dichiarazioni - aveva detto di «non sapere nulla della vicenda» - il Consigliere federale ha messo in gioco tutta la sua futura credibilità.
Come superiore comunque «corresponsabile»
L'ex portavoce del Consiglio federale Oswald Sigg, in un'intervista rilasciata alla NZZ am Sonntag, ha ritenuto «plausibile» che Berset non sapesse nulla delle indiscrezioni. Ma c'è un però. Perché in qualità di superiore, un consigliere federale deve essere al corrente di ciò che fa il suo addetto stampa e di come lavora. «E se non lo sapeva - precisa l'esperto - anche questo è un problema».
Non va dimenticato che Berset ha guidato il Paese durante la crisi pandemica. Ma per Sigg è anche chiaro che il ministro della sanità si è trovato in una posizione favorevole anche grazie alle notizie positive dei media di Ringier. «Ora il danno è stato fatto - precisa - e questa vicenda gli farà sicuramente più male di tutte le altre precedenti».
«Tra le maggiori crisi di sempre»
L'ex portavoce non usa mezzi termini per definire il Corona-Leaks. «È una delle maggiori crisi politiche» mai affrontate. A suo avviso il trattamento preferenziale di un singolo mezzo di comunicazione potrebbe essere considerato una sorta di corruzione.
La fuga di notizie potrebbe pure aver influenzato anche le decisioni del Consiglio federale. «Dopotutto - spiega Sigg - se qualcosa è sulla prima pagina del Blick, è difficile che l'Esecutivo decida diversamente». Una delle peggiori conseguenze della vicenda comunque è che dà l'impressione di una collusione tra politica e media e questo indebolisce i media e la democrazia.