Il Qatar è stato il principale acquirente con acquisti per un totale di 213,4 milioni di franchi. In totale, si è esportato per 955 milioni.
BERNA - La Svizzera ha esportato l'anno scorso materiale da guerra per 955 milioni di franchi. Lo ha comunicato oggi la Segreteria di stato dell'economia (SECO). Si tratta di una somma mai raggiunta, secondo i dati della SECO che coprono gli ultimi 40 anni.
Le esportazioni sono cresciute del 29% rispetto al 2021 e superano del 6% il record precedente del 2020 (901,2 milioni di franchi). Il settore rappresenta lo 0,25% dell'insieme delle esportazioni di merci dell'economia elvetica, precisa la SECO.
Qatar come principale acquirente
I cinque maggiori acquirenti sono stati il Qatar, che ha ricevuto materiale per un valore di 213,4 milioni di franchi, seguito dalla Danimarca con 136,2 milioni, dalla Germania con 131,7 milioni, dall’Arabia Saudita con 111,1 milioni, e dagli Stati Uniti con 61,5 milioni.
Le transazioni di maggiore entità nel periodo in esame sono state l’esportazione di sistemi di difesa antiaerea in Qatar (194,3 milioni) e di veicoli blindati ruotati in Danimarca (130,3 milioni), la fornitura di pezzi di ricambio per sistemi di difesa antiaerea in Arabia Saudita (65,1 milioni) e di vari tipi di munizioni e componenti in Germania (52,2 milioni), nonché l’esportazione di veicoli blindati ruotati in Botswana (33,3 milioni).
Circa il 56% del materiale bellico (2021: 65%) era destinato ai 25 Paesi dell’allegato 2 dell’ordinanza sul materiale bellico (OMB) che partecipano ai quattro regimi internazionali di controllo delle esportazioni per i prodotti strategicamente sensibili (gruppo dei Paesi fornitori di prodotti nucleari, gruppo Australia, regime di non proliferazione nel settore missilistico, accordo di Wassenaar).
Suddividendole in base ai vari continenti, le esportazioni verso l’Europa rappresentano il 50,4% del totale (2021: 65%), quelle verso l’Asia il 36,1% (10,9%), verso l’America il 7,1% (13,3%), verso l’Africa il 4% (9,6%) e verso l’Australia il 2,4% (1,2%).
In base alle categorie di materiale bellico dell’allegato 1 OMB, nel 2022 le esportazioni si sono suddivise come segue: 26,5% veicoli corazzati (cat. KM 6), 24,8% munizioni e rispettivi componenti (cat. KM 3), 18,2% armi di ogni calibro (cat. KM 2), 16,8% materiale per la direzione del tiro (cat. KM 5), 5,4% armi di piccolo calibro (cat. KM 1) e 4,8 %componenti di aerei da combattimento (cat. KM 10). Il restante 3,5 %è suddiviso fra altre 7 categorie.
Leggero aumento delle autorizzazioni rilasciate per beni militari speciali
La SECO pubblica una statistica sulle autorizzazioni singole rilasciate per i beni militari speciali nell’allegato 3 dell’ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego (p. es. sistemi di protezione contro siluri e droni, attrezzatura per lo sminamento, equipaggiamento di protezione CBRN, equipaggiamento di protezione balistica). Nel 2022 il valore complessivo delle nuove autorizzazioni singole rilasciate in base ai criteri previsti dal diritto sul controllo dei beni a duplice impiego si è attestato a 69 milioni di franchi (2021: 58 milioni).
Esportazioni di materiale bellico in relazione al conflitto in Ucraina
Dall’annessione russa della Crimea nel 2014 la Svizzera ha applicato il diritto di neutralità, parte del diritto internazionale consuetudinario, alle relazioni con la Russia e l’Ucraina. Questo approccio è rimasto invariato anche in seguito all’aggressione militare russa.
In virtù del principio di parità di trattamento sancito dal diritto di neutralità, la Svizzera non può autorizzare le richieste di trasferimento di materiale bellico di provenienza elvetica all’Ucraina finché questo Paese è coinvolto in un conflitto armato internazionale. Anche i criteri di autorizzazione stabiliti nella legge federale sul materiale bellico, inaspriti dal Parlamento nel 2021, escludono la fornitura di materiale bellico a Paesi coinvolti in un conflitto armato internazionale.