Per il presidente di Orell Füssli «il contante è ancora il mezzo di pagamento più importante nella vita quotidiana».
ZURIGO - Le banconote sono spesso state dichiarate morte, ma finora hanno invece ben resistito e avranno anche un futuro, non da ultimo per garantire la sfera privata: lo afferma Daniel Link, presidente della direzione di Orell Füssli, società zurighese che vanta una storia di oltre 500 anni.
«In Europa centrale si registra una forte tendenza verso le transazioni senza contanti, ma a livello globale la domanda di banconote rimane alta: il contante è ancora il mezzo di pagamento più importante nella vita quotidiana», afferma il dirigente in un'intervistata pubblicata oggi dal portale Finews.ch. «In Svizzera da oltre 50 anni vediamo crescere la circolazione delle banconote. Già negli anni Sessanta, quando sono apparse le carte di credito, si diceva che il denaro fisico sarebbe scomparso: questo non si è avverato, anzi. Un sistema di pagamento ben funzionante ha bisogno di entrambe le forme. Le banconote continueranno quindi a esistere anche in futuro», si dice convinto l'esperto.
A suo avviso abbandonare il contante rappresenterebbe una gran perdita sul fronte della sfera privata. «Il contante è ancora l'unico mezzo di pagamento che non lascia tracce: anche il bitcoin non offre un completo anonimato», spiega lo specialista. «Ecco perché il denaro rimane sempre l'unico mezzo di pagamento che permette l'autodeterminazione e la privacy. «Anche l'aspetto della sicurezza è importante: si manifesta soprattutto in tempi di crisi», prosegue Link. «Durante la pandemia di coronavirus in tutto il mondo sono state accumulate banconote. In Ucraina è necessario molto contante perché, ad esempio, le infrastrutture non funzionano più. Senza denaro fisico, le società sarebbero probabilmente più instabili».
Non è anche - chiede il redattore della testata zurighese - una questione di età? «La giovane generazione punta in effetti sul digitale, ma se il cellulare viene dimenticato a casa, si rompe o viene perso, si scatena il panico», risponde l'intervistato. «A volte manca un po' di esperienza di vita quando si parla dei vantaggi del denaro contante. Inoltre non sono sicuro che i giovani vogliano farne a meno del tutto. Con i contanti si è semplicemente indipendenti da un telefono cellulare, da un servizio, da un server e si può viaggiare in modo flessibile all'estero».
Che cosa dire della moneta digitale di banca centrale (Central bank digital currency, CBDC)? «Dubito che arriverà presto, forse tra una decina d'anni in alcuni paesi, al momento mi sembra una visione lontana», osserva il professionista con diploma di ingegnere al Politecnico federale di Losanna e successivo MBA a San Gallo. «Come consumatore, mi chiedo anche: cosa ne ricavo come utente, quale problema viene risolto? Già oggi posso inviare denaro in modo digitale. Inoltre le banche centrali, a mio avviso, non vorranno competere con le banche commerciali e sottrarre loro il business. Il CBDC non sostituirà il contante fisico così rapidamente».
Ma cosa rende tanto speciale una banconota? «La particolarità è sicuramente la bellezza del prodotto, è un'opera d'arte», chiosa Link. «Le banconote elvetiche, ad esempio, sono anche un pezzo di Svizzera, una parte del nostro paese, della nostra cultura, della nostra storia. D'altra parte, le banconote come mezzo di pagamento sono ancora oggi generalmente sinonimo di sicurezza. In quanto mezzo di pagamento affidabile e altamente liquido, funzionano sempre nella vita quotidiana, anche in assenza di tecnologia in qualsiasi momento».
Ci sono nuove belle banconote? «L'ultima serie del Costa Rica, che in parte abbiamo contribuito a progettare, è colorata, si adatta bene al paese, ha bei motivi e buone caratteristiche: mi piace. Spesso non sono i grandi stati, bensì quelli piccoli, a emettere banconote molto belle. Tecnicamente, la banconota svizzera è certamente la più sofisticata», conclude il Ceo di Orell Füssli.