I blindati, ha assicurato ieri il governo, non verranno inviati in Ucraina.
BERNA - Dopo il via libera all'esportazione dato ieri dal Consiglio federale, oggi Armasuisse ha firmato il contratto di vendita di 25 carri armati Leopard 2 alla società produttrice, la tedesca Rheinmetall.
I blindati, ha assicurato ieri il governo, non verranno inviati in Ucraina. Il contratto di vendita, spiega una nota odierna, prevede commesse per l'industria svizzera, così come prestazioni per la flotta attiva di Leopard 2 dell'esercito.
Attualmente l'esercito svizzero gestisce 134 carri armati del tipo 87 Leopard 2 A4 (carri armati 87 Leopard 2 A4 WE), che sono stati ammodernati nel quadro del programma di armamento 2006 per conservarne il valore. Dispone inoltre di 96 carri armati in disuso dello stesso tipo che non sono stati sottoposti ad alcun intervento di mantenimento del valore.
La vendita avviene su sollecitazione della Germania, paese che ha assicurato che i carri non sarebbero stati ceduti all'Ucraina in guerra con la Russia. Al riguardo, Berlino ha garantito la permanenza definitiva dei blindati in Germania o presso partner della NATO o dell'Unione europea. Con questi presupposti, il Parlamento ha approvato la messa fuori servizio dei sistemi.
Le parti si sono accordate sul prezzo al quale si aggiungono commesse in pari misura di Rheinmetall a ditte svizzere nel settore della base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza. Il contratto con Rheinmetall, sottolinea il comunicato, contiene dunque impegni rilevanti per il rafforzamento dell'industria elvetica. Il contratto prevede inoltre che i carri armati siano trasportati in Germania al più presto via rotaia a cura di Rheinmetall.
Timori per l'industria degli armamenti
Nei mesi scorsi, la Svizzera ha respinto diverse richieste di riesportazione - inoltrate da vari Paesi e anche dalla Germania, maggior partner economico della Svizzera, n.d.r - all'Ucraina di materiale bellico, in particolare munizioni, prodotto nella Confederazione. Il Consiglio federale si è appellato alla Legge sul materiale bellico, che non consente tali operazioni se il paese destinatario è in guerra, e alla neutralità.
A causa di questa posizione, diversi Paesi, come la Germania, hanno minacciato di rinunciare in futuro all'acquisto di armi dalla Confederazione, ciò che ha messo in allarme diversi parlamentari temendo conseguenze per l'industria elvetica degli armamenti e per gli sviluppi futuri in questo settore. Da qui l'adozione di alcuni atti parlamentari, sostenuti dal campo "borghese", per un allentamento della prassi elvetica in materia di esportazione di armi, specie se destinate a Paesi che difendono i nostri stessi valori.