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SVIZZERAArmasuisse firma il contratto della vendita dei 25 Leopard 2

23.11.23 - 12:48
I blindati, ha assicurato ieri il governo, non verranno inviati in Ucraina.
DDPS
Fonte ATS
Armasuisse firma il contratto della vendita dei 25 Leopard 2
I blindati, ha assicurato ieri il governo, non verranno inviati in Ucraina.

BERNA - Dopo il via libera all'esportazione dato ieri dal Consiglio federale, oggi Armasuisse ha firmato il contratto di vendita di 25 carri armati Leopard 2 alla società produttrice, la tedesca Rheinmetall.

I blindati, ha assicurato ieri il governo, non verranno inviati in Ucraina. Il contratto di vendita, spiega una nota odierna, prevede commesse per l'industria svizzera, così come prestazioni per la flotta attiva di Leopard 2 dell'esercito.

Attualmente l'esercito svizzero gestisce 134 carri armati del tipo 87 Leopard 2 A4 (carri armati 87 Leopard 2 A4 WE), che sono stati ammodernati nel quadro del programma di armamento 2006 per conservarne il valore. Dispone inoltre di 96 carri armati in disuso dello stesso tipo che non sono stati sottoposti ad alcun intervento di mantenimento del valore.

La vendita avviene su sollecitazione della Germania, paese che ha assicurato che i carri non sarebbero stati ceduti all'Ucraina in guerra con la Russia. Al riguardo, Berlino ha garantito la permanenza definitiva dei blindati in Germania o presso partner della NATO o dell'Unione europea. Con questi presupposti, il Parlamento ha approvato la messa fuori servizio dei sistemi.

Le parti si sono accordate sul prezzo al quale si aggiungono commesse in pari misura di Rheinmetall a ditte svizzere nel settore della base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza. Il contratto con Rheinmetall, sottolinea il comunicato, contiene dunque impegni rilevanti per il rafforzamento dell'industria elvetica. Il contratto prevede inoltre che i carri armati siano trasportati in Germania al più presto via rotaia a cura di Rheinmetall.

Timori per l'industria degli armamenti

Nei mesi scorsi, la Svizzera ha respinto diverse richieste di riesportazione - inoltrate da vari Paesi e anche dalla Germania, maggior partner economico della Svizzera, n.d.r - all'Ucraina di materiale bellico, in particolare munizioni, prodotto nella Confederazione. Il Consiglio federale si è appellato alla Legge sul materiale bellico, che non consente tali operazioni se il paese destinatario è in guerra, e alla neutralità.

A causa di questa posizione, diversi Paesi, come la Germania, hanno minacciato di rinunciare in futuro all'acquisto di armi dalla Confederazione, ciò che ha messo in allarme diversi parlamentari temendo conseguenze per l'industria elvetica degli armamenti e per gli sviluppi futuri in questo settore. Da qui l'adozione di alcuni atti parlamentari, sostenuti dal campo "borghese", per un allentamento della prassi elvetica in materia di esportazione di armi, specie se destinate a Paesi che difendono i nostri stessi valori.

 

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COMMENTI
 

tbq 11 mesi fa su tio
Tutto questo lo pagheremo caro. Ce lo faranno pagare caro. Di certo, tanto per cominciare, questo cedimento provocherà nuove e più pesanti richieste su altri fronti.

leobm 11 mesi fa su tio
Se nei prossimi anni/decenni ci sarà chi si inventerà la necessità di acquistare carri armati si dovrà mettere sul piatto della bilancia questo fallimento politico su questa vicenda e portare la gente a votare (questa ü una evidente menzogna), affaire a suivre!!!!!

RV50 11 mesi fa su tio
Nelle farmacie si stanno esaurendo le riserve di "vaselina", le ultime forniture sono state riservate per il governo federale .... avanti così a rispettare le posizioni del popolo , abbiamo un governo veramente di co......

M70 11 mesi fa su tio
il nostro pseudo governo crede ancora a Babbo Natale..

Tirasass 11 mesi fa su tio
Non andranno in Ucraina, ma magari in Sudan...

tbq 11 mesi fa su tio
Risposta a Tirasass
No, quei 25 non andranno in Ucraina. Altri 25 uguali si, ma quei 25 no. Che pena, comunque; l'alleanza militare più armata del pianeta che aveva assoluto bisogno di venticinque carri armati svizzeri... se due anni fa me lo avessero raccontato, avrei riso.

vulpus 11 mesi fa su tio
Risposta a tbq
Un affare per la Svizzera che liquida 25 pezzi non più utilizzabili da noi. Da da pensare poi chi aveva fatto l'acquisto di tutto questo materiale , che in gran parte da macero e ancora stoccato in Italia. liquidare anche quelli. Abbiamo bisogno di materie prime come ferro e acciaio.

tbq 11 mesi fa su tio
Risposta a vulpus
Sono trent'anni che si va avanti con affari come questo. Oggi se ne vedono gli effetti, con tutti i quadri politici e militari che si rendono conto di aver fatto una lunga serie di grossi errori. Ma se i militari ogni tanto lo dicono (come lo hanno detto anche negli scorsi decenni), i politici se ne vergognano troppo, o sono contenti della cosa. Ma accumulare altri errori non risolverà quelli già commessi.

curiuus 11 mesi fa su tio
Vogliamo vedere dove finiranno poi ? 🤔🤔🤔

Lèmiavoncia 11 mesi fa su tio
Preferirei che l'industria bellica svizzera non esportasse all'estero, ma che producesse solo per il fabbisogno interno.

Gino 11 mesi fa su tio
Risposta a Lèmiavoncia
Idealmente sì, ma l'idustria moderna ha bisogno di produrre su larga scala, altrimenti diventa economicamente insostenibile. Il passaggio successivo sarebbe: "non posso più comprare questo prodotto nazionale a 100 se l'equivalente tedesco o francese costa 20" e allora addio industria bellica nazionale e autonomia della nazione, che dipenderebbe in tutto e per tutto dalla volontà dei vicini. (Che si può anche fare, basta saperlo ed essere d'accordo).
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