Lo sostiene un comitato interpartitico a favore dell'iniziativa sulle pensioni lanciata dai Giovani del PLR
BERNA - «Se non agiamo ora, i nostri figli e nipoti non beneficeranno dell'AVS». Questo il grido d'allarme lanciato oggi da un comitato interpartitico a favore dell'iniziativa sulle pensioni lanciata dai Giovani PLR e su cui si voterà il 3 marzo prossimo.
A parere dei promotori, collegare l'età pensionabile all'aspettativa di vita permette di garantire la perennità del primo pilastro per tutte le generazioni, senza aumentare le tasse o ridurre le pensioni.
L'invecchiamento della popolazione sta mettendo sotto pressione le finanze dell'AVS, sottolinea il comitato composto da PLR, UDC, Unione svizzera della arti e mestieri (USAM) e Unione svizzera degli imprenditori (USI).
Oggi le pensioni vengono versate per un periodo più lungo, ossia 8 anni in media, rispetto al 1948, anno di introduzione dell'AVS. Mentre all'epoca sei lavoratori finanziavano un pensionato, oggi sono solo tre. La progressiva uscita dal mercato del lavoro della generazione del "baby boom" - ossia le persone nate fra il 1946 e il 1964 - aggraverà la situazione. Di conseguenza, le finanze dell'AVS passeranno dagli attuali 50 miliardi a -80 miliardi entro il 2050.
Per le generazioni future - Il fondo di compensazione AVS è alimentato da un anno di prestazioni. Negli ultimi cinque anni, per raggiungere questo obiettivo "abbiamo dovuto accettare aumenti dei contributi, dell'IVA e dell'età pensionabile", ha dichiarato davanti ai media il consigliere nazionale Philippe Nantermod (PLR/VS).
«La sinistra e i sindacati, che vogliono introdurre una tredicesima AVS, si comportano in modo sconsiderato», ha aggiunto Nantermod, aggiungendo che il risultato sarà il rapido depauperamento dell'AVS. Per questo, l'unica soluzione valida a suo parere è innalzare l'età pensionabile collegandola alla speranza di vita. «Si tratta di una soluzione che non costa nulla, soprattutto alle generazioni future» ha affermato, tanto più che diversi Paesi europei hanno già introdotto questo sistema.
Potenziale indigeno - Tra i vantaggi dell'iniziativa, il comitato ha spiegato che un aumento dell'età pensionabile permetterebbe di sopperire alla carenza di personale denunciata da varie associazioni di categoria. Secondo una ricerca dell'Università di Lucerna, entro il 2040 potrebbero essere impiegate tra le 45.000 e le 95.000 persone di età superiore ai 65 anni, ha detto Barbara Zimmermann-Gerster dell'USI.
Riferendosi alle argomentazioni della sinistra sulla disoccupazione fra gli over 55, Daniela Schneeberger, vicepresidente dell'Usam, ha sottolineato che fra le persone d'età compresa tra i 60 e i 64 anni non si contano più senza lavoro rispetto a coloro che rientrano nella fascia d'età 25-34 anni. Il tasso di disoccupati è del 2,8% per entrambe. «Il pericolo di rimanere senza occupazione è quindi ugualmente basso per entrambi», ha sottolineato.