L'esecutivo chiede anche di bocciare l'iniziativa popolare "Per un'imposizione individuale a prescindere dallo stato civile"
BERNA - Nuovo passo in vista dell'introduzione dell'imposizione individuale in Svizzera: il Consiglio federale ha licenziato oggi il messaggio a destinazione del Parlamento, il cui contenuto era già stato presentato lo scorso agosto. Nel contempo, l'esecutivo chiede di bocciare l'iniziativa popolare "Per un'imposizione individuale a prescindere dallo stato civile (Iniziativa per imposte eque)".
Il "no" alla proposta di modifica costituzionale giunge per lo più per motivi formali: l'iniziativa si limiterebbe a inserire nella Magna Carta una decisione di principio, in seguito alla quale spetterebbe al legislatore attuare l'imposizione indipendente dallo stato civile, ossia individuale, a livello legislativo.
Con la modifica di legge licenziata oggi, che funge da controprogetto indiretto, lo scopo degli iniziativisti può essere raggiunto più rapidamente. L'esecutivo sottolinea come il passaggio all'imposizione individuale corrisponda anche a una esplicita volontà del Parlamento, iscritta nel quadro del programma di legislatura 2019-2023. La riforma permetterà infine di eliminare la cosiddetta "penalizzazione del matrimonio", dichiarata incostituzionale dal Tribunale federale nel lontano 1984.
I contenuti del progetto
La principale novità della riforma è il passaggio all'imposizione individuale, che sarà effettivo a tutti e tre i livelli statali (federale, cantonale e comunale). Di conseguenza, se il progetto andrà a buon fine, i coniugi saranno tassati separatamente, come le coppie non sposate. Dovranno quindi compilare due dichiarazioni d'imposta distinte.
Nell'ambito dell'imposta federale diretta (IFD), la deduzione per i figli verrà aumentata da 6700 a 12'000 franchi e sarà ripartita in parti uguali tra i genitori.
La riforma comporterà anche adeguamenti alla tariffa fiscale: le aliquote d'imposta per i redditi medio-bassi saranno ridotte, la quota esente è aumentata e viene diminuito l'importo che definisce il raggiungimento dell'aliquota massima. Gli adeguamenti consentono un effetto di sgravio più omogeneo sulle classi di reddito.
Chi ci guadagna e chi ci perde
Secondo le stime attuali, la classe di reddito più bassa continuerà a non pagare l'IFD. Con il passaggio all'imposizione individuale, le coppie sposate con una ripartizione dei redditi piuttosto uniforme potranno aspettarsi uno sgravio fiscale. Ciò riguarda anche numerosi coniugi pensionati. Grazie alla riduzione della tariffa fiscale anche le persone sole senza figli beneficiano di uno sgravio.
Il discorso cambia per i coniugi con un unico reddito o un secondo reddito basso. Per loro, l'IFD è destinata a aumentare. Ad essere interessati sono in particolare le famiglie monoreddito con bambini, poiché la metà della deduzione per figli concessa al genitore che non lavora risulterà inefficace. Nel caso delle famiglie monoparentali, l'imposta federale diretta dovrebbe, secondo le previsioni, aumentare praticamente solo per i redditi più elevati.
Nel complesso, precisa il governo, il controprogetto indiretto ridurrà l'onere fiscale per una netta maggioranza dei contribuenti.
Minori entrate
A livello di casse pubbliche, il passaggio al nuovo sistema comporterà minori entrate dall'IFD, pari a circa 1 miliardo di franchi, di cui 800 milioni a carico della Confederazione e 200 milioni dei Cantoni.
Per arrivare a una tale diminuzione del gettito ci vorranno tuttavia diversi anni: a causa della complessità del cambiamento di sistema, ci vorrà tempo prima che tutti i cantoni abbiano adattato la loro legislazione. Per questo motivo, il progetto non è stato inserito nella pianificazione finanziaria.
Le ripercussioni a livello di imposte cantonali sono invece difficili da stimare, essendo i Cantoni liberi di definire le loro tariffe e deduzioni.
Dalle ceneri dell'iniziativa PPD
Il tema affrontato oggi dal governo non è nuovo nella Confederazione: già in passato, le richieste di frenare le disparità in materia fiscale hanno acceso il dibattito pubblico. Nel 2016, il popolo ha respinto di misura (con il 50,8% di "no") l'iniziativa popolare dell'allora PPD (ora Alleanza del Centro) "Per il matrimonio e la famiglia - No agli svantaggi per le coppie sposate". Tuttavia, a causa di un errore del governo nella pubblicazione delle cifre, il Tribunale federale ha deciso che il voto andava ripetuto.
Più tardi, il comitato d'iniziativa aveva però deciso di ritirare l'iniziativa, e il presidente del partito, Gerhard Pfister, aveva annunciato il lancio di una nuova iniziativa più inclusiva: il nuovo testo, a differenza di quello presentato anni fa, non contiene la definizione - molto contestata all'epoca - che il matrimonio rappresentava l'unione tra un uomo e una donna. La raccolta delle firme è in corso.
Sullo stesso tema si è mosso anche un comitato interpartitico - composto tra gli altri dall'ex consigliera federale Ruth Metzler (Alleanza del Centro), dalla consigliera nazionale Jacqueline de Quattro (PLR/VD), dal consigliere agli Stati Daniel Jositsch (PS/ZH), dall'ex presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori Valentin Vogt e da Adrian Wüthrich, presidente dell'organizzazione sindacale Travail.Suisse - che ha lanciato l'iniziativa "per imposte eque", all'origine come detto del controprogetto approvato oggi dal governo.
La proposta di modifica costituzionale chiede esplicitamente il passaggio alla tassazione individuale, coppie sposate incluse. Attualmente, nella Confederazione la tassazione individuale viene applicata alle persone sole e alle coppie non sposate.
Quelle sposate e quelle dello stesso sesso che vivono in un'unione registrata sono invece tassate congiuntamente. I loro redditi, deplorano gli iniziativisti, vengono dunque sommati e pagano un importo più elevato.