L'incredibile processo a una 73enne tedesca che negli anni avrebbe sottratto mezzo miliardo di franchi a banche e investitori.
LUCERNA - 73 anni, tedesca, e apparentemente ricca e di buona famiglia. In realtà, non aveva mai nemmeno terminato la scuola d'assistente di cure. Malgrado ciò da anni viveva in una villa lussuosa, con parecchi pied à terre di pregio e concedendosi acquisti per svariati milioni di franchi.
Ha ancora diversi punti da chiarire la storia della «più grande truffatrice della Svizzera», come viene chiamata la donna dalla stampa tedescofona, finita a processo in quel di Lucerna riuscendo... a farla franca per l'ennesima volta.
Trovatasi - per motivi ancora non del tutto chiari - alla guida di una fantomatica azienda e trasferitasi in svizzera attorno ai 40 anni sarebbe riuscita, grazie al suo fascino e alla sua abilità, a ottenere negli anni prestiti e finanziamenti per la cifra da capogiro di 400 milioni di franchi.
Con una parte di questi si è poi acquistata una villa sul Lago dei quattro cantoni, nella quale ha vissuto in compagnia del marito vivendo senza risparmiarsi lussi e spese. Fra i diversi acquisti, riporta il Blick, anche un appartamento di prestigio ad Ascona.
Raccogliendo la lunga pista di denunce, carteggi e ricevute, alla fine la legge è riuscita a raggiungerla.
Secondo quanto segnalato dai giornali del gruppo CH Media il dossier nei suoi confronti era talmente voluminoso - si parla di 1'550 raccoglitori zeppi di documenti - che il Ministero pubblico lucernese ha finito per cedere la “patata bollente” a quello della Confederazione (MPC).
Aperto il procedimento nel 2010 dopo più di un decennio è intervenuto il Tribunale Federale che ha deciso per il proscioglimento, a causa dei tempi biblici del processo. A questa decisione l'MPC ha presentato ricorso.
Il processo relativo proprio a questa opposizione avrebbe dovuto tenersi a gennaio, ma così non è stato.
Già perché, la difesa ha trovato un difetto di procedura: l'allora procuratore generale della Confederazione. Michael Lauber aveva nominato un procuratore straordinario per la gestione del caso. Peccato che non ne avesse diritto.
E così il ricorso è stato stralciato, ma non il procedimento penale in toto che - ne sono convinti in molti - probabilmente riserverà altri colpi di scena.