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LUCERNALe violenze da bambina e il coraggio di denunciare da adulta: «Era come un papà»

09.03.24 - 08:08
Il presunto stupratore a febbraio è comparso davanti al Tribunale penale di Lucerna. Jenny decide così di raccontarsi: «Allora non capivo».
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Le violenze da bambina e il coraggio di denunciare da adulta: «Era come un papà»
Il presunto stupratore a febbraio è comparso davanti al Tribunale penale di Lucerna. Jenny decide così di raccontarsi: «Allora non capivo».

LUCERNA - Le violenze quando aveva 10 anni e il coraggio di denunciare il suo aguzzino anni dopo, quando è diventata ormai una donna. È la storia di Jenni, oggi 24enne, che ha avuto un'infanzia traumatica e solo da maggiorenne decide di parlarne, per poi scoprire che non è mai troppo tardi per denunciare,

Così, lo scorso mercoledì 29 febbraio, circa 14 anni dopo le prime violenze, il suo aguzzino è comparso davanti al Tribunale penale di Lucerna. E per la giovane il processo è stato un grande passo avanti. La Procura ha chiesto quattro anni di reclusione e il verdetto è ancora pendente, per questo il 59enne imputato è a tutti gli effetti ancora innocente.

Una figura paterna - «Era il mio papà sostitutivo», racconta Jenni del suo carnefice. «Quando i miei genitori hanno divorziato e la situazione a casa era piuttosto tesa, ho trascorso molto tempo con lui. Era un caro amico di famiglia e i miei genitori si fidavano di lui. Lo vedevo davvero come una sorta di figura paterna». Una figura vicina alla famiglia che ha consentito all'imputato di andare in viaggio con lei e farle molti regali.

Jenni non sa nemmeno più come sono iniziate le violenze. «L'inizio deve essere stato particolarmente brutto perché ignoravo completamente come e perché tutto fosse iniziato». L'allora bambina di dieci anni non capiva che il modo in cui l'uomo le dimostrava amore era sbagliato.

Solo più tardi, quando all'età di 18 anni incontra il suo primo fidanzato, la giovane donna lucernese si rende conto di quanto era accaduto e di soffrire ancora per le conseguenze della violenza sessuale: «Notai che qualcosa non andava». Tanto che a un certo punto la poco più che maggiorente si rende conto che quelle "attenzioni" avevano ancora un impatto su di lei. Così arriva il cambiamento: inizia ad aprirsi e a parlare di quello che le era successo.

I successivi fallimenti amorosi - «Sono passati circa 14 anni da quando mi è accaduto tutto questo e mi sento ancora davvero male». Complessi e peso che hanno portato al fallimento di molte relazioni amorose.

Jenni racconta infine che nel febbraio 2020 ha finalmente avuto il coraggio di denunciare il suo aguzzino. Ma a causa della mancanza di prove e riscontri, è stato necessario molto tempo prima che avesse luogo il processo. «Mentre finalmente si avvicinava la data dell'udienza in tribunale, diventavo sempre più nervosa».

La 24enne ha spiegato di tremare alla vista dell'imputato in tribunale. Ma «il pensiero che avrei potuto ottenere giustizia mi ha dato coraggio». Ecco perché ha deciso di raccontare la sua storia su Tiktok. Il post, in cui ha condiviso l'articolo di 20 minuti sull'udienza, ha raggiunto quasi 200mila visualizzazioni. Segno che non è più sola.

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