L’associazione svizzera “Iniziativa delle Alpi” segnala danni economici e ambientali.
ALTDORF - Ormai, mentre molti negozi chiudono definitivamente, siamo sempre più abituati a sentire il campanello di casa suonare per l'arrivo di un corriere con un pacco. Una consuetudine che provoca danni enormi all’ambiente e all’economia, creando un “selvaggio west” di furgoni in corsa contro il tempo.
Iniziativa - A fornire dati, cifre e a chiedere interventi è l’associazione svizzera “Iniziativa delle Alpi” che si batte per ridurre il traffico dei furgoni rendendolo meno dannoso per l’ambiente e la società.
L’intervento - Ne parliamo con Pietro Gianoli, del direttivo dell’associazione e referente per il Ticino che, ovviamente, risente di tali criticità come il resto della Svizzera. Partendo dai numeri emerge come «i furgoni per le consegne sono ormai dappertutto», spiega Gianoli che evidenzia anche come, in base alle cifre dell’Ufficio federale di statistica, nel 2022 siano stati immatricolati 475’714 veicoli per il trasporto merci su strada, di cui 421’014 furgoni.
Territorio - «E anche i chilometri percorsi sono schizzati verso l’alto. Dal 2000 al 2022 quelli percorsi dai furgoni, sono cresciuti addirittura del 71%, raggiungendo i 5,1 miliardi di veicoli-chilometro», aggiunge Gianoli evidenziando come il rapporto sul trasferimento modale del 2021 sempre sul traffico dei furgoni afferma «come il 30 % della quota delle emissioni totali di NOx (indica la somma del monossido di azoto (NO) e del biossido di azoto (NO2) in aria), registrata sulle autostrade A2 e A13, è superiore rispetto a quella dei veicoli commerciali pesanti, pari al 15 %. Furgoni che poi dalle autostrade escono per andare a terminare l’ultima fase di consegna delle merci entrando nei centri», dice sempre Gianoli.
Economia - Altro tema è quello economico. Questo perché la percentuale di tonnellate trasportate dai furgoni rispetto al totale del trasporto merci su strada «è molto modesta: pari ad appena il 5 %. Ciò significa che molti furgoni per le consegne trasportano poche merci». E secondo le prospettive dell’Ufficio federale per lo sviluppo territoriale (ARE), i chilometri percorsi dai furgoni per le consegne aumenteranno di un ulteriore 58 % entro il 2050.
Ambiente - Secondo l’ultimo inventario ufficiale dei gas serra 2022, il traffico dei furgoni emette attualmente 1,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Ciò significa che è responsabile del 2,8 % delle emissioni totali di gas serra in Svizzera. Inoltre un trasporto per le consegne su tre, ispezionato in un centro per i veicoli pesanti presenta difetti e circa un veicolo su dodici deve addirittura essere tolto dalla circolazione.
Cosa fare - Secondo l’associazione “Iniziativa delle Alpi” «il traffico dei furgoni per le consegne, al di sotto delle 3,5 tonnellate, è attualmente esente dalla tassa sui veicoli pesanti commisurata alle prestazioni. Pertanto, non paga gli elevati costi esterni che provoca. È proprio una tassa di questo tipo che sarebbe necessaria per creare incentivi, aumentare l’efficienza e ridurre i viaggi», dice Gianoli. Da qui poi la richiesta di una decarbonizzazione del traffico di tali mezzi. Al più tardi a partire dal 2030 non dovrebbero più essere venduti mezzi per le consegne a carburante fossile.
Altri interventi - La sicurezza potrebbe essere «migliorata grazie a migliori condizioni di lavoro e di riposo per i conducenti, simili a quelle dei veicoli commerciali pesanti», propone l’associazione. Infine per arginare il flusso di pacchi, si dovrebbe vietare la restituzione gratuita nella vendita al dettaglio online. Nelle città e nei centri urbani, si dovrebbero esaminare e implementare concetti di logistica ecologica intelligente con percorsi coordinati e l’uso di biciclette cargo elettriche.