È quanto si prefigge un progetto di legge governativo adottato dal Consiglio nazionale
BERNA - «Per far fronte ai problemi di sicurezza e violenza emersi in un recente passato, la sicurezza del personale e degli ospiti dei Centri federali di asilo (CFA) va migliorata, procedendo se necessario anche alle perquisizioni di minorenni dal comportamento problematico».
È quanto si prefigge un progetto di legge governativo adottato oggi, 18 settembre, con qualche inasprimento, dal Consiglio nazionale per 104 voti a 87. Il dossier va ora agli Stati.
Il rapporto Oberholzer - Il progetto realizza parte delle raccomandazioni emesse dall'ex giudice federale Niklaus Oberholzer in un rapporto commissionato in seguito a numerosi incidenti legati ad atti di violenza nei CFA, e riportati nei media nel 2021 sull'uso sproporzionato della forza in queste strutture. In seguito, il Consiglio federale ha approvato un progetto che si prefigge di migliorare la sicurezza in questi luoghi, sia per il personale che per gli stessi richiedenti asilo.
Per garantire che le basi disciplinanti l'esercizio dei CFA siano chiare, si è quindi pensato di iscrivere nella legge sull'asilo (LAsi) i principali compiti della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) in questi centri e negli aeroporti. Gli ambiti nei quali la SEM può ricorrere alla coercizione o a misure di polizia per garantire la sicurezza e l'ordine sono esplicitamente definiti nella legge.
I provvedimenti - Il dibattito su come procedere sono stati vivaci, con l'UDC che ha in parte monopolizzato le discussioni per denunciare, a suo avviso, «l'incremento della criminalità fuori e dentro i CFA da parte dei richiedenti asilo», da qui le richieste di provvedimenti più severi di quelli proposti dall'esecutivo.
Il campo rosso-verde ha tentato invece di annacquare il progetto, insistendo sul fatto che «esso è pur sempre il prodotto dei maltrattamenti, denunciati nei media, nei confronti degli ospiti di questi centri». Per Delphine Klopfenstein Broggin (Verdi/GE), il progetto «non tiene conto abbastanza delle esigenze dei richiedenti asilo, specie di bambini e giovani», si dice.
A suo parere, le perquisizioni, «possibili anche sui minori, non rientrano nell'ambito di applicazione della Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Ciò vale anche, per le misure disciplinari da cui i minori non sono esclusi, come il divieto di accedere ad alcuni locali o l'esclusione da determinate aree per 72 ore», puntualizza.
Dal canto suo, il "ministro" di giustizia e polizia, Beat Jans, sostenuto da una buona parte del plenum, ha difeso determinate misure con la necessità di proteggere gli altri richiedenti asilo e il personale della SEM. «Ad ogni modo - ha rassicurato - le direttive prevedono che i bambini sotto i 12 anni non possano essere perquisiti. E se c'è qualche sospetto, viene chiamato un genitore o una persona fidata. Questa procedura sarà sempre applicata», ha specificato il consigliere federale basilese.
Nel corso della discussione, come ricordato, il Nazionale è andato oltre la versione governativa. Oltre ad autorizzare la perquisizione di minorenni, per 117 voti a 72 la maggioranza ha seguito l'UDC autorizzando anche la perquisizione di dispositivi elettronici al fine di agevolare l'identificazione dei richiedenti.
Niente armi - La possibilità per il personale di sicurezza impiegato nei centri di utilizzare armi o mezzi ausiliari è stata anche discussa animatamente. Al voto, la maggioranza si è pronunciata a favore della versione del Consiglio federale, contro una proposta dell'UDC, che vieta l'impiego di armi. Dal canto suo, Balthasar Glättli (Verdi/ZH) ha proposto, invano, di includere nel divieto anche i «mezzi ausiliari».
Una proposta intesa ad ampliare il perimetro attorno ai CFA nel quale i richiedenti l'asilo possono essere oggetto di misure disciplinari se il loro comportamento minaccia la sicurezza e l'ordine pubblici è stata adottata per 131 voti a 61. La versione governativa parlava di "immediate vicinanze", mentre la versione della maggioranza include anche "i dintorni" dei CFA.