L'Accademia svizzera delle scienze mediche lancia l'allarme: «Presto gli standard giuridici ed etici potrebbero non essere più rispettati».
BERNA - Le cure mediche fornite agli ospiti delle case per anziani e di cura preoccupa la Commissione centrale di etica (CCE) dell'Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM): presto potrebbero non rispettare più gli standard giuridici ed etici richiesti.
Questa situazione è dovuta a una serie di fattori tra cui l'invecchiamento della popolazione e l'aumento del fabbisogno di cure che ne deriva, la penuria sempre più acuta di medici di base e la spiccata mancanza di personale specializzato nelle cure a lungo termine, la retribuzione insufficiente delle prestazioni mediche nelle case di cura e per anziani nonché la preparazione carente dei dottori per l'attività in questi istituti. Criticati anche la regolamentazione spesso insoddisfacente del servizio di pronto soccorso in assenza del medico curante e la mancata accessibilità al dossier sanitario al di fuori degli orari di apertura degli studi medici.
In una presa di posizione pubblicata oggi e sostenuta dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH) e dall'Associazione svizzera infermiere e infermieri (ASI), la CCE si rivolge alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni così come alle associazioni del ramo lanciando un appello a «tutte le parti coinvolte a impegnarsi per assicurare una presa a carico medica adeguata delle persone tra le più vulnerabili della nostra società».
Dieci le misure raccomandate: strutturare e formalizzare l'assistenza e la cooperazione; dare accesso ai medici di base a know-how in materia di cure mediche geriatriche, gerontopsichiatriche e palliative; fornire consulenza etica alle case di cura e per anziani; garantire lo scambio di dati elettronici e l'accesso alle informazioni mediche; compensare finanziariamente i servizi medici di livello superiore (ossia non legati ai singoli ospiti); introdurre rapidamente la struttura tariffaria TARDOC; lottare contro la penuria di medici di base migliorando l'offerta formativa e l'attrattiva del mestiere; proporre un approfondimento nell'assistenza a lungo termine nei cicli di studio master con specializzazione in case per anziani e di cura; promuovere la collaborazione interprofessionale soprattutto tra medici di famiglia e personale di cura nonché estendere la ricerca per meglio adeguare le prestazioni mediche ai bisogni degli ospiti degli istituti, creando anche un registro nazionale apposito.
Nel 2022, 160'624 persone vivevano in una casa di cura o per anziani. Secondo le proiezioni la quota di ultraottantenni dovrebbe raddoppiare entro il 2040: dovranno dunque essere creati circa 900 istituti aggiuntivi per un totale di 50'000 posti in più.