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SVIZZERAQuando non si può fare a meno degli stranieri

09.10.24 - 18:33
Provenienti dall'estero, sono lavoratori più o meno specializzati "accusati" di rubare posto agli svizzeri. Ma è davvero così?
Archivio Ti Press
Fonte Tages Anzeiger
Quando non si può fare a meno degli stranieri
Provenienti dall'estero, sono lavoratori più o meno specializzati "accusati" di rubare posto agli svizzeri. Ma è davvero così?

ZURIGO - Ormai è chiaro. La crescita dell'occupazione in Svizzera è fortemente correlata ai lavoratori provenienti dall'estero. Basti pensare che negli ultimi decenni, la percentuale di cittadini stranieri impiegati nel mondo del lavoro elvetico è aumentata notevolmente: nel 1991 si attestava al 26%, oggigiorno quasi al 34%. E la popolazione svizzera è combattuta tra il desiderio di limitare l'immigrazione e la necessità di sostenere la crescita economica. Diversi i dibattiti a riguardo e tanti gli interrogativi. Uno fra tutti: gli stranieri stanno davvero rubando posti di lavoro agli svizzeri? Ecco cosa dice un'analisi pubblicata dai quotidiani Tamedia.

Quando la sola forza lavoro svizzera non basta - Secondo quanto riportato, tre quarti di tutti i lavoratori stranieri provengono da Stati dell'Unione europea e dell'Associazione europea di libero scambio (EFTA), il resto da Paesi terzi. La maggior parte di loro vive qui: i frontalieri sono circa un terzo e arrivano soprattutto da Francia, Italia e Germania, alcuni anche da Austria e Liechtenstein, pochissimi da Paesi non confinanti con la Svizzera. Una situazione necessaria, a detta degli esperti. «Nonostante la partecipazione relativamente elevata della popolazione nazionale alla forza lavoro, la domanda di manodopera delle aziende non può essere soddisfatta, o lo è solo in misura insufficiente», ha spiegato Roland Müller, direttore dell'Associazione svizzera dei datori di lavoro in una recente presentazione sulla libera circolazione delle persone.

Stranieri fondamentali per alcuni settori - Inoltre ci sono alcuni settori economici sostanzialmente dipendenti dall'immigrazione, come l'edilizia e la ristorazione. Segmenti in cui la quota dei lavoratori stranieri è elevata. Gli stranieri sono anche presenti tra gli addetti alle pulizie di case private, uffici e varie strutture, così come tra i camionisti che trasportano cibo e merci. Pure la metà dei baristi non detiene il passaporto rossocrociato. Lavori che difficilmente potrebbero essere automatizzati con personale svizzero.

La situazione cambia tra le professioni intellettuali e tecniche: la percentuale di stranieri, in questo caso, si abbassa. Si assiste soprattutto laddove le competenze linguistiche, la formazione specifica o la conoscenza della realtà locale rappresentano un prerequisito o un vantaggio. Ad esempio, tra avvocati e personale amministrativo di alto livello gli stranieri rappresentano una minoranza. Lo stesso vale per gli agenti di polizia. In nessun'altra professione la percentuale è così bassa, persino in quei cantoni (Basilea Città, Ginevra, Giura, Neuchâtel e Svitto) dove è loro consentito di arruolarsi, se in possesso di permesso C. Rappresentano infatti solo l'1% delle forze di polizia di tutta la Svizzera.

Svolgono lavori poco attraenti - Insomma, pare la tendenza sia sempre la stessa: chi arriva da oltreconfine è impiegato per lo più in settori poco attraenti per gli svizzeri. Soprattutto quando offrono dei salari poco appetibili: in media, del 15% in meno rispetto ai cittadini svizzeri. «Nella maggior parte dei Paesi di immigrazione, i salari degli stranieri sono talvolta significativamente più bassi di quelli dei nativi», afferma Marco Portmann dell'Istituto per la politica economica svizzera (IWP) dell'Università di Lucerna. È più probabile inoltre che svolgano turni che si discostano dal normale orario di ufficio, dalle 8 alle 18. Piuttosto lavorano su chiamata, di notte e nei fine settimana. In più, i contratti con cui vengono assunti sono meno tutelanti: spesso sono temporanei, non prevedono un periodo di prova e si concludono automaticamente in caso di malattia, incidente o gravidanza.

Secondo il professore, gli stranieri impiegati come manager e in professioni accademiche e tecniche ben retribuite, rappresentano dunque ancora una minoranza. Malgrado ciò, la concorrenza c'è, e negli anni ha stimolato gli svizzeri a specializzarsi sempre di più, secondo Roland Müller. Un andamento che ha portato alla carenza di manodopera con un profilo di qualificazione inferiore e contrastata grazie al personale proveniente dall'estero.

Nessun impatto sui lavoratori svizzeri - Tutto ciò non ha comunque avuto un impatto negativo sull'occupazione, anzi. Nel 2023 il tasso di disoccupazione dei cittadini svizzeri è sceso al livello più basso degli ultimi vent'anni.

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