Manifestazione provocatoria in Piazza federale a Berna in vista della visita di Von Der Leyen. E alla fine è intervenuta la polizia.
BERNA - Il gruppo parlamentare dell'UDC si è riunito questa mattina presto sulla Bundesplatz a Berna per protestare, in vista della visita di questo venerdì pomeriggio della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen in Svizzera.
Si tratta del climax di una lunga - lunghissima - trattativa per l'accordo fra Svizzera e UE, svoltasi integralmente a porte chiuse. Sempre nel pomeriggio è prevista una conferenza stampa congiunta con la presidente della Confederazione Viola Amherd.
I democentristi, una settantina, hanno inscenato una veglia funebre per «seppellire la Svizzera libera e indipendente». Un'azione pittoresca e volutamente provocatoria che non ha risparmiato i toni bellicosi: «Oggi inizia la battaglia, la battaglia per la libertà», ha chiosato il presidente UDC (con tanto di alabarda blasonata), «per l'indipendenza e l'autodeterminazione». Sarà uno scontro estenuante, ma lo porteremo avanti con estrema soddisfazione».
Come riportato da 20 Minuten, alla fine della manifestazione è intervenuta la polizia che ha sgomberato la Piazza. Questo perché le manifestazioni davanti a Palazzo federale non sono consentite durante le sessioni parlamentari. Non è chiaro se nei confronti dei parlamentari verranno presi provvedimenti legali.
La posizione della Confederazione è che «relazioni regolamentate senza intoppi sono nell'interesse sia della Svizzera che dell'UE»: per questo motivo si è scelto quello che viene definito «un approccio “a pacchetto”» che raggruppa «diversi elementi tematici», riporta il sito della Confederazione.
La via bilaterale, spiega il Consiglio Federale, permette di «favorire l'economia svizzera, fortemente orientata all’esportazione, e per migliorare la sicurezza della popolazione e garantirne la prosperità». Non solo: permette di «proteggere i salari, impedire l’immigrazione volta a sfruttare lo Stato sociale, mantenere i diritti democratici diretti e salvaguardare la sovranità».
La presa di posizione dei democentristi è ostinata e contraria: «Si tratta dello stesso pacchetto di bugie del 2021», chiosa il partito per il quale non è cambiato nulla da quel “no” ribadito dal popolo, in due occasioni (1992 e 2014, ndr.): «In sostanza, solo il nome è diverso. Ora si chiama “soluzione a pacchetto”. Un tentativo poco degno di ingannare la popolazione svizzera».
L'UDC parla di «pacchetto di bugie», secondo il quale «la Svizzera dovrebbe adottare automaticamente il diritto dell'UE» con una perdita dei diritti del popolo «e annientamento della democrazia diretta». Questo perché «la Svizzera dovrebbe assumersi l'intera burocrazia dell'UE» a partire dai giudici, e il sistema di giustizia, così come l'immigrazione: «Se la popolazione svizzera volesse limitare l'immigrazione, l'UE potrebbe penalizzare il nostro Paese con sanzioni e multe». Insomma, il partito chiosa che è un «trattato antidemocratico, indegno e inaccettabile».