La Procuratrice ha domandato 19 anni e mezzo per il padre e 15 per la madre
ZURIGO - In appello, al Tribunale cantonale di Zurigo, l'accusa oggi ha chiesto pene più severe di quelle inflitte ai due "genitori dell'orrore", nel frattempo divorziati, che per anni hanno inflitto gravi maltrattamenti a due figli, rinchiudendoli in cantina, picchiati e lasciati senza cibo.
Per il padre, condannato in prima istanza nel settembre del 2020 a 16 anni e mezzo, la procuratrice pubblica ora domanda 19 anni e mezzo di reclusione; per la madre, a cui erano stati inflitti 12 anni, ne chiede 15. Entrambi i genitori - un ex imbianchino ora 51enne di origine kosovara e una svizzera di 50 anni - si incolpano a vicenda, scaricandosi reciprocamente la responsabilità dei fatti. L'udienza di appello durerà due giorni. Il verdetto dovrebbe essere emesso a gennaio.
Secondo l'atto d'accusa, gli abusi sono cominciati nel 2003 in una casa a schiera di Zurigo, dove la coppia viveva con i loro sette figli e altri due avuti da precedenti relazioni. Il calvario per i due che hanno subito gli abusi più gravi si è concluso solo nel dicembre 2010, quando sono stati collocati in un istituto specializzata. La ragazza aveva allora 12 anni e il ragazzo 11. Oltre a essere molto sottopeso, mostravano un comportamento infantile e avevano un vocabolario molto limitato.
Per l'apertura dell'inchiesta penale si è dovuto aspettare fino al 2017, quando la sorella minore delle due principali vittime ha denunciato il padre, accusandolo di abusi a sfondo sessuale. L'uomo e la donna sono stati arrestati e distanza di pochi mesi nel 2018 e da allora si trovano in regime di carcerazione di sicurezza.
Per il pubblico ministero, è provato che i due imputati hanno rinchiuso i due bambini principali vittime degli abusi quasi ogni notte e nei fine settimana per quattro anni. All'inizio nella stanza dei bambini poi nella cantina naturale non riscaldata, a volte al buio e senza luce. Secondo l'accusa, i due ragazzini avevano raramente il permesso di andare in bagno e dovevano fare i bisogni sul pavimento del locale.
L'elenco delle atrocità addebitate ai due genitori è lungo e da brividi. Ad esempio la madre avrebbe costretto la ragazzina a mangiare il proprio vomito e il ragazzo i suoi escrementi. I bambini dovevano calcarsi sulla testa i pannolini intrisi di urina e stare fermi per ore. Inoltre, le percosse erano all'ordine del giorno e ai bambini veniva regolarmente negato il cibo, tanto che il figlio pesava la miseria di 18,5 chili a 9 anni di età. Oggi maggiorenni, entrambi percepiscono una rendita d'invalidità.