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L'Esercito svizzero in Turchia: «Contiamo di trovare altri superstiti» Secondo il colonnello di Stato maggiore Alessio Marazza si può sopravvivere anche tre o quattro giorni sotto le macerie.
BERNA - Dopo il violento sisma che ha colpito Turchia e Siria ci sono ancora buone possibilità di trovare sopravvissuti sotto le macerie. Lo sostiene l'Esercito svizzero, presente sul posto con 29 uomini.
Prime ricognizioni e interventi sul campo
I rappresentanti dell'Esercito sono arrivati e hanno effettuato le prime ricognizioni, ha dichiarato Alessio Marazza, colonnello di Stato maggiore. La prima squadra si è recata in una zona in cui si presume vi siano sopravvissuti.
«Quando fa freddo, si è meno disidratati e si resiste più a lungo sotto le macerie rispetto all'estate», ha detto Marazza. Si può sopravvivere fino a tre o quattro giorni.
Le prime sfide dopo l'atterraggio
L'arrivo all'aeroporto di Adana, in Turchia, si è svolto in maniera positiva. La prima sfida si è rivelata quella di caricare e trasportare materiale pesante, ad esempio attrezzature edili come troncatrici per cemento o martelli pneumatici.
Il materiale servirà in particolare per estrarre le persone dalle macerie, scopo principale di 20 dei militari andati sul posto. Altri membri dell'Esercito garantiranno invece la sicurezza della squadra di salvataggio, mentre altri ancora si occuperanno della coordinazione per il personale Onu sul posto.
I 29 membri dell'Esercito sono una parte degli 80 soccorritori svizzeri partiti ieri sera da Zurigo con destinazione Adana. Verso la Turchia è partita anche una squadra con una decina di esperti di Redog, Società svizzera specializzata nei cani da ricerca e salvataggio, ovviamente accompagnati dai loro amici quattro zampe.
