Il 59,1% della popolazione ha sostenuto l'oggetto in voto.
BERNA - Mezzogiorno in punto. Rien ne va plus, e inizia lo spoglio delle schede. Particolarmente attesi, oggi, sono i risultati del voto della legge sul clima, che ha visto l'UDC battersi per il "no" contro tutti gli altri partiti. A dire la sua, ora, è però il popolo.
Secondo le prime tendenze rilevate dall'istituto gfs.bern ci si avviava verso un sì, con il 58% dei voti, alla legge sul clima. Tendenze, queste, confermate dai risultati del voto: il sì si porta a casa la vittoria con il 59,1% delle preferenze, contro il 40,9% dei no. Il Ticino è tra i cantoni favorevoli all'approvazione della legge, con il 54,8% dei voti. Contrari, invece, Obvaldo, Nidvaldo, Uri, Svitto, Glarona, Appenzello Interno e Turgovia.
Per il sì - La legge sul clima consiste in varie misure per mezzo delle quali la Confederazione intende perseguire l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Queste misure comprendono un investimento di 2 miliardi di franchi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento elettrici o alimentati con olio o gas con impianti più rispettosi dell’ambiente e un importo d’incentivazione pari a 1,2 miliardi di franchi per le imprese del settore industriale e artigianale che adottano tecnologie innovative per una produzione ecocompatibile. Il progetto, secondo Consiglio federale e Parlamento, migliorerebbe la protezione del clima e renderebbe la nostra economia meno dipendente dalle importazioni di petrolio e gas. La legge è sostenuta da tutti i partiti, a eccezione dell'UDC.
Per il no - Il comitato referendario, al contrario, sostiene che l'approvazione della legge causerebbe un forte incremento del fabbisogno di elettricità e un massiccio aumento dei prezzi della corrente elettrica. Non ritiene inoltre realistico il previsto passaggio da olio da riscaldamento, gas, diesel e benzina a un approvvigionamento energetico basato sull’elettricità. Per il comitato, il progetto manca di pianificazione, aggrava la penuria di elettricità, deturpa l’ambiente e mette in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento. Secondo uno studio dell'ETH citato da Marco Chiesa, presidente dell’UDC svizzero, le nuove disposizioni comporterebbero costi energetici annuali aggiuntivi di oltre 6’600 franchi per persona.
Le reazioni - Per l'ampia Alleanza del sì (tra PLR, Centro, PEV, PVL, PS, Verdi e oltre 200 organizzazioni), il sostegno della Svizzera al testo che sta emergendo dai risultati rappresenta un impegno a rispettare obiettivi climatici vincolanti e a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili. Il WWF descrive il "sì" come un mandato per il futuro: ora la palla passa a Consiglio federale e Parlamento.
Casimir Platzer, presidente di Gastrosuisse che si è impegnato per il no alla Legge sul clima, ritiene che dopo il sì odierno il Parlamento e il Consiglio federale abbiano un dovere: devono garantire che non ci siano lacune nella fornitura e che i prezzi dell'elettricità non esplodano. La campagna è stata condotta in modo ideologico, ha detto Platzer a Keystone-ATS, aggiungendo di deplorare il fatto che il clima della campagna di votazione fosse tale da dare l'impressione che se si era contro la legge, si era contro la protezione del clima. Gastrosuisse non è affatto contraria alla protezione del clima e fa molto per essa, ha sottolineato.
Economiesuisse «prende atto con soddisfazione dell’approvazione della legge sulla protezione del clima. Fissando gli obiettivi climatici, la popolazione conferma ciò per cui le imprese svizzere stanno già lavorando: la Svizzera diventerà neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050».
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