Si profila un nettissimo sì alla riforma Ocse/G20. Ampio fronte di favorevoli anche per la Legge Covid.
BERNA - Anche in Svizzera vi sarà un'imposizione minima (il 15% dell'utile) per i grandi gruppi di imprese internazionali che realizzano una cifra d’affari annua di almeno 750 milioni di euro. I risultati del voto, mentre il conteggio è ancora in corso, mostrano un quadro chiaro: ben il 78,6% dei cittadini dei comuni finora scrutinati è favorevole all'imposizione delle grosse imprese, contro un timido 21,4% di contrari.
L'imposizione minima è il succo della riforma proposta dall'OCSE (l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e dal G20 (il gruppo dei 20 maggiori paesi industrializzati ed emergenti), che vogliono cambiare le regole in materia. Nel caso la legge passasse, queste entrate fiscali aggiuntive andrebbero per il 75% ai Cantoni e ai Comuni (in cui le imprese sono soggette all'imposta) e per il 25% alla Confederazione.
Sulla base dei sondaggi elettorali di Tamedia e 20 Minuti, lo ricordiamo, la Legge appariva chiaramente sostenuta dalla popolazione. La maggioranza delle persone interpellate ritiene fondamentale ed equo che le grandi imprese paghino «una quota maggiore delle loro imposte» in Svizzera. Per i contrari, l'argomento più convincente riguarda il pericolo che l'attrattiva economica elvetica sia compromessa, con il «rischio» di perdere grossi contribuenti. C'è poi chi mette in dubbio la regolamentazione delle entrate supplementari, che «dovrebbe andare a beneficio dell'intera popolazione e non essere usata per tagli fiscali unilaterali».
Le reazioni
Il PLR si è detto molto soddisfatto: «È positivo che la Svizzera partecipi a questa riforma», ha dichiarato la consigliera nazionale Daniela Schneeberger (PLR/BL). Per mantenere la competitività della Confederazione, secondo Schneeberger i Cantoni dovrebbero reinvestire le entrate supplementari nella promozione della piazza economica elvetica. Soddisfazione anche da Swissmem ed economiesuisse. I Verdi interpretano il chiaro sì popolare all'articolo costituzionale sull'imposizione delle multinazionali come un impegno dell'elettorato a limitare il dumping fiscale internazionale.
Il PS - unico partito contrario all'articolo costituzionale sull'imposizione minima delle multinazionali - si aspettava un "sì" popolare, ma non di queste proporzioni. Il risultato è una «chiara sconfitta» per la formazione politica, secondo il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH). Quest'ultimo ha rilevato le difficoltà incontrate dal proprio partito per spiegare la sua posizione. Il PS era chiaramente favorevole all'imposizione minima del 15%, ma considerava ingiusta la ridistribuzione del gettito fiscale.
Misure per contrastare la pandemia
In votazione c'è anche la revisione della Legge Covid-19 (che proroga alcune disposizioni fino alla fine di giugno 2024). Secondo i primi risultati, anche in questo caso il fronte del sì sembra averla vinta. Secondo le prime tendenze calcolate dall'istituto gfs.bern si va verso una nuova proroga della Legge.
Attualmente l'approvazione della Legge Covid raccoglie il 60,6% delle preferenze, contro il 39,4% dei contrari.
Tastando gli argomenti discussi nei sondaggi, i favorevoli non escludono l'arrivo di altre ondate di coronavirus e ritengono quindi «importante» che la Confederazione possa avere delle basi giuridiche forti per contrastarle. Tra i contrari, l'argomento che va per la maggiore è invece quello che la «pandemia di Covid-19 è finita e che non sono necessarie altre misure».
L'ira di Frischknecht
Il presidente dell'UDF Daniel Frischknecht ha espresso la delusione per l'esito del voto. «Al popolo è stato inoculato per due anni non solo il vaccino, ma anche un'opinione da parte dei media», ha detto Frischknecht a Keystone-ATS. Gli oppositori del disegno di legge avrebbero voluto un riesame di varie questioni prima di prorogare la legge Covid 19. «A quanto pare la maggioranza della popolazione non è invece interessata al necessario riesame degli effetti dei vaccini, del calo delle nascite nel 2022 e dell'eccesso di mortalità».