In un video l’uomo accusato della sparatoria di lunedì in cui cerca di giustificare i fatti: «Dicono che sono un molestatore, è falso».
SION - Una lettera, contenente una chiavetta USB, indirizzata a Le Nouvelliste. Poco dopo la sparatoria che è costata la vita a due persone e il ferimento di una terza, il 36enne ritenuto responsabile ha deciso di inviare un video al quotidiano vallesano in cui cerca di giustificare i fatti.
«Ho realizzato questo video per provare a spiegare com’è andata - dice l’uomo, seduto sul letto - C’è una persona che, per anni, ha parlato male di me. Ormai è finita». Secondo Le Nouvelliste, l’uomo è a tratti nervoso. Pare, stando a quanto dice, che l’azione sia stata decisa e preparata con largo anticipo.
«Sono passati due anni e mezzo da quando ho pianificato tutto questo», racconta, citando i nomi di entrambe le vittime, in particolare della donna. Inoltre, sostiene di essere una vittima del sistema giudiziario. «Mi accusano d’essere un molestatore, ma non è vero. È il contrario». Ha anche avviato un procedimento penale contro una donna, archiviato però dal pubblico ministero.
Nel video mostra anche i fascicoli pieni di documenti relativi ai procedimenti giudiziari. Il file, che conta diverse centinaia di pagine, contiene elementi di un procedimento penale avviato da una delle sue vittime. Mostra anche screenshot di messaggi sui social network e commenti su di essi. Nel casellario giudiziario dell'imputato figura una condanna del 2 febbraio 2017 da parte di un tribunale militare per insubordinazione e una multa sospesa. Il presunto autore è poi stato coinvolto in vari procedimenti giudiziari dal 2014 sia come denunciante che come imputato.
Ecco il dettaglio dei casi:
Innanzitutto quelli che hanno coinvolto la vittima di 34 anni:
- Nel 2021, è stata presa una decisione di non luogo a procedere a favore della vittima, in seguito a una denuncia da parte dell'imputato per attacchi al suo onore, coercizione e minacce.
- Nel 2022 è stata presa una decisione a favore dell'imputato, in seguito a una denuncia della vittima per coercizione. Denuncia poi ritirata.
- Nel 2023 infine venne emessa una decisione a favore della vittima, in seguito a una denuncia dell'imputato per attentato all'onore, registrazione non autorizzata di conversazioni e minacce.
Con riferimento alla seconda vittima di 41 anni invece è stato segnalato un procedimento giudiziario avviato appunto dalla persona rimasta uccisa e da alcuni parenti, che si svolse il 13 settembre 2023 e che aveva portato a una sentenza di condanna del Tribunale di Hérens e Conthey per insulti, registrazione non autorizzata di conversazioni e minacce. Penna comminata: una multa di 70 franchi. Contro tale sentenza era stato fatto ricorso in appello. La causa è ancora pendente.
Possesso di armi
Per quanto riguarda il permesso di acquisizione di armi rilasciato nel 2017, lo era nel rispetto delle condizioni stabilite dalla legge federale sulle armi. Nei confronti del soggetto non c'erano condanne nella fedina penale tranne una sanzione pecuniaria di 2 giorni e una multa di 40 franchi sospesa per 2 anni.