Sono state consegnate stamattina alla Cancelleria federale da alcuni rappresentanti del comitato interpartitico.
BERNA - Rappresentanti del comitato economico interpartitico contro la Legge sul CO2 hanno consegnato oggi alla Cancelleria federale oltre 110'000 mila firme, ne bastavano 50 mila, contro la normativa che dovrebbe consentire alla Svizzera di rispettare gli accordi di Parigi sul clima, ossia la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 (rispetto al 2006).
Nonostante le restrizioni dovute alle misure contro la propagazione del coronavirus, la raccolta delle sottoscrizioni è stata un successo, si legge in una nota odierna del comitato. Nelle ultime settimane è diventato chiaro che nell'attuale difficile situazione la popolazione, l'economia e il commercio non dovrebbero essere gravati da ulteriori balzelli.
Il comitato è composto di rappresentanti dell'industria automobilistica, dei trasporti, dell'aviazione, dell'edilizia e del petrolio e della politica. Vi figurano attori come l'Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG), Auto Schweiz, Swissoil e anche l'UDC.
Secondo gli oppositori, la legge sul CO2 interferisce a tal punto con la politica energetica elvetica che è essenziale dare all'elettorato l'ultima parola. La legge porterebbe solo più burocrazia, più divieti e nuove tasse e imposte, sostengono.
A questo comitato se ne affianca un altro, composto di quei settori ambientalisti scontenti con una legge che a loro parere è invece troppo timida per lottare efficacemente contro il riscaldamento climatico. Le sezioni romande del movimento Sciopero per il clima hanno inoltrato ieri circa 7000 firme alla Cancelleria federale.
Il movimento nazionale Sciopero per il clima non sostiene il referendum. La revisione totale della legge adottata dalle Camere federali lo scorso autunno non è contestata neppure dal fronte rosso-verde.
La norma, così come licenziata dal parlamento alla fine di settembre, contiene misure relative al traffico aereo, alle emissioni industriali e al risanamento degli edifici. I limiti delle emissioni di CO2 per i veicoli sono stati inaspriti e le tasse sulla benzina e sul gasolio aumentate.
I cambiamenti sono volti a ottenere una diminuzione graduale dei gas a effetto serra. La Svizzera intende così dimezzare le sue emissioni entro il 2030. Nella votazione finale in parlamento, tutti i partiti, tranne l'UDC, hanno sostenuto la legge.