Momenti delicati per chi soffre di ansie. Matteo Magni, psicologo e psicoterapeuta: «Ascoltate solo le fonti ufficiali».
«Fate qualcosa di bello – consiglia l'esperto –, guardate un film, leggete un libro». L'invito alle autorità: «Ora la gente ha bisogno di essere confortata».
«Ero già maniaca dell'igiene. Ora mi lavo in continuazione». Parole di Chiara, 36enne del Locarnese. «Io da quando c'è il coronavirus lavoro da casa. E non apro più neanche le finestre», racconta invece Gianluca, 43enne del Mendrisiotto. Sono tempi grami per chi, già di base, soffre d'ansia. La pandemia del Covid-19 sta avendo un effetto devastante su una fetta di popolazione. Non dal punto di vista fisico, bensì psichico. «In alcune situazioni – conferma Matteo Magni, psicologo e psicoterapeuta – questa ansia si trasforma in vera e propria paranoia. In panico».
L'umanità si è ritrovata di fronte a un nemico invisibile e sconosciuto.
«E già questo di per sé giustifica un certo timore da parte della gente. Le misure che sono state prese dalle autorità hanno avuto un impatto estremamente forte sulla vita sociale delle persone. Abbiamo perso i nostri punti di riferimento. È comprensibile essere agitati in una condizione simile. Una "sana" paura può anche salvare delle vite. Ma essere prudenti non deve significare perdere la testa».
Cosa consiglia alle persone particolarmente sensibili?
«Di non stare costantemente e compulsivamente in cerca di informazioni sul tema. Di fare qualcosa di bello. Di guardare un film, di leggere un libro, di ascoltare buona musica. E di attenersi alle comunicazioni ufficiali. A quelle delle autorità. Non alle mille ipotesi e speculazioni che circolano sui social network».
A proposito di social, il numero di bufale è praticamente esploso in queste settimane...
«L’ansia rende la mente meno lucida e meno saggia. La conoscenza ci può aiutare ad affrontare la realtà. L'invito è quello di evitare di condividere e diffondere falsi contenuti. Creano solo confusione nella parte di popolazione più fragile. Alcune persone, già nella loro "normalità" sono confrontate con stati di ansia che costano loro parecchia energia».
Queste persone cosa devono fare?
«Gli psicologi sono a loro disposizione. Ma ci sono anche altri servizi gratuiti, che possono dare rassicurazioni importanti, come le apposite hotline istituite per il Covid-19. Consiglierei anche di avere ancora più fiducia nelle istituzioni. E di evitare contatti anche virtuali con persone che portano avanti teorie complottistiche. Attenzione anche a mantenere un buon ritmo con il sonno. È un periodo "senza tempo", in cui è facile tirare tardi e in cui le ore sembrano scorrere in maniera differente. Quando non si dorme abbastanza, subentrano problemi di nervosismo».
Di recente, il medico cantonale Giorgio Merlani, dopo avere comunicato che in Ticino è stato raggiunto il "picco" di contagi, ha fatto i complimenti alla popolazione per come si è comportata finora...
«La gente adesso ha bisogno di qualche certezza, di sentirsi confortata. Ecco perché questo genere di comunicazioni fa bene al morale. Anche per le autorità il compito non è stato facile. Si è scoperto questo virus, solo strada facendo».
Dal punto di vista psicologico, come vede il nostro lento ritorno alla normalità?
«Sarà graduale. La malattia forse non sparirà totalmente. E dovremo continuare a osservare alcune precauzioni, nella nostra quotidianità. Ad avere, ad esempio, più cura della nostra igiene. A non dare la mano a chiunque, dopo avere toccato qualsiasi cosa. Abitudini che, comunque, dovrebbero già essere seguite quando siamo colpiti dalla "normale" influenza stagionale».