I Verdi lanciano sette proposte per scongiurare la congestione da traffico motorizzato
Tra le idee, anche uno sgravio orario per i dipendenti comunali che sceglieranno di spostarsi con la mobilità dolce. E uno studio pilota per «valutare scientificamente gli effetti globali» del limite a 30 km/h
BELLINZONA - Ripensare una nuova mobilità più incentrata sulla bicicletta. Dopo le promesse di Lugano, anche sulla capitale inizia a soffiare il vento delle piste ciclabili pop-up e non solo. «Una soluzione sì provvisoria, ma anche rapida ed economica, per migliorare la viabilità durante la pandemia» spiegano i Verdi di Bellinzona che, con i consiglieri comunali Ronnie David e Marco Noi, hanno presentato oggi un pacchetto di 7 proposte, tra mozioni e interpellanze per una «transizione rapida verso la mobilità dolce».
Pop-up - La ciclabile che spunta alla velocità di un fungo nelle strade dove finora circolavano in prevalenza automobili potrebbe, secondo gli ambientalisti, essere l’antidoto contro la temuta congestione da traffico motorizzato privato. Al Municipio i Verdi chiedono di «implementare delle chiusure al traffico motorizzato provvisorie (con diritto di accesso ai confinanti) per la creazione immediata di percorsi diretti e sicuri sulle principali direttrici stradali per accedere alla Città».
Un limite a 30 km/h generalizzato - Più bici sulle strade e piede più leggero tra gli automobilisti. Sì, perché il secondo passo auspicato dai consiglieri David e Noi tocca la velocità. E non mancherà di far discutere. L'idea è infatti quella di lanciare un progetto pilota, limitato nel tempo, per «valutare scientificamente gli effetti globali» di un limite a 30 km/ su tutto il territorio cittadino.
Altre idee per la mobilità dolce - Nel pacchetto delle misure, alle due proposte indicate, se ne aggiungono altre: si va dalla richiesta di riattivare i sussidi per l’acquisto di biciclette da venditori domiciliati nel comune; allo sgravio sul numero di ore lavorative settimanali per i dipendenti comunali che si impegnano a spostarsi in mobilità dolce, e dunque più lenta; alla valorizzazione (semplificazione) del bike-sharing; alla creazione di parcheggi per bici sicuri (e i Verdi non mancano di citare i furti delle due ruote, di cui lo stesso sindaco è stato vittima); alla realizzazione, in particolare, del percorso ciclabile via Monte Gaggio-via Vallone e di altre ciclabili sulla sponda destra del fiume Ticino tra Bellinzona e Gorduno, così come a Giubiasco, Camorino e Sant’Antonino; infine, tra le misure, anche un’interpellanza che chiede piste ciclabili verso le fattorie per la vendita diretta e gli orti urbani, nonché la creazione di un’officina di riparazione delle bici a carattere sociale. Insomma, le idee non mancano. Ora occorre pedalare.